Pentecostali nel mondo

Roma, Lunedì 27 Ottobre 2025 11:09

Io ho nome Legione

Io ho nome Legione

"E Gesù gli domandò: Quale è il tuo nome? Ed esso rispose, dicendo: Io ho nome Legione, perché siamo molti" (Marco 5:9). L’inferno è descritto 11 volte da Gesù nei Vangeli e Giovanni nell’Apocalisse lo descrive come lo “stagno del fuoco ardente di zolfo” (19:20). Nella Parola è chiara la divisione tra il bene ed il male, incarnato dal regno delle tenebre di Satana. Paolo invita i fratelli a rivestirsi della completa armatura di Dio perché il nostro combattimento è contro le “tenebre di questo secolo, contro agli spiriti maligni” (Efesi 6:12; vedi anche 1 Corinzi 10:21-22). Al tempo di Gesù, la possessione demoniaca era un fenomeno noto, ricorrente e terrificante allorquando si manifestava in aspetti violenti e degradanti della condizione umana, come nel passo in esame dell’indemoniato Gadareno. Ma il Messia è vero Dio e vero uomo, ed anche i demoni riconoscono la maestà di Cristo e la loro sottomissione. Ed il passo si conclude con una piena liberazione: l’uomo restituito alla sua dignità di essere umano, “vestito” e “di buon senno” (verso 15) e, soprattutto, riconoscente verso il proprio Liberatore. Quando lo spirito maligno entra prende il sopravvento, domina tutto l’essere fino ad una piena schiavitù. Il passo del Gadareno riporta delle manifestazioni violente, dei segni evidenti del controllo del maligno ma non sempre è così, nel senso che può esserci anche possessione senza l’evidenza esteriore. Durante l’ultima cena, “Satana entrò in lui” (Giovanni 13:27). L’evangelista ci racconta che Giuda Iscariot ebbe un comportamento tranquillo, tant’è che se ne andò senza destare alcuna preoccupazione negli altri apostoli. Giuda, pur vivendo a stretto contatto col Maestro, aveva aperto una porta pericolosa: quella dell’avidità del proprio cuore: “Che mi volete dare, ed io ve lo darò nelle mani? Ed essi gli pesarono trenta sicli d’argento” (Matteo 26:15). Ci sono porte pericolose che non bisogna aprire ed alle quali neppure ci si può avvicinare, ieri come anche oggi. Le manifestazioni possono essere diverse ma resta la dominazione della mente e del cuore, con una spirale di morte, seppure in una apparenza di normalità. Pensiamo oggi a quanti, anche giovani, per curiosità e magari in buona fede si avvicinano a forme di divinazione, di spiritismo, di occultismo, di idolatria, tutte cose chiaramente condannate dalla Parola di Dio e destinate ad avere conseguenze negative, nel corpo e nello spirito. Cari giovani, state lontani da queste esperienze perché esserne risucchiati, rimanere intrappolati e devastati è un attimo; non giocate con la vostra vita passandola per il fuoco. “Non vi rivolgete agli spiriti di Pitone, e agli indovini; e non li domandate, per contaminarvi con essi. Io sono il Signore Iddio vostro” (Levitico 19:31; vedi anche Deuteronomio 18:10-14). “Se vi si dice: consultate quelli che evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano, rispondete: Un popolo non dev’egli consultare il suo Dio? Si rivolgerà egli ai morti a pro de’ vivi?” (Isaia 8:19). L’amore per il denaro può essere una porta pericolosa: fu quella che costò la vita a Giuda Iscariot ma anche al giovane ricco che perse l’appuntamento con la grazia per rimanere attaccato alle proprie ricchezze (Matteo 19:16-22). Il desiderio, la bramosia di accumulare denaro e ricchezze è paragonato all’ammassare “spesso fango” su di sé (Abacuc 2:6): “e che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e fa perdita dell’anima sua?” (Marco 8:36).  Tante missioni in giro per il mondo predicano Cristo nella povertà e con estrema carenza di mezzi. La tasca è uno dei luoghi preferiti dalla Legione, anche tra coloro che si professano cristiani: il cuore si converte presto ma la tasca fa resistenza (attaccamento al denaro, alle cose). Ricordiamoci di Cristo che diede tutto se stesso per noi. Camminiamo per la Via della Verità secondo gli insegnamenti della Parola di Dio ed il suo amore ci guardi ed accompagni, preservandoci da ogni maligna tentazione.   

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SERVENDO CRISTO

chiamati a servireEbbi fame e mi deste da mangiare.

Ebbi sete e mi deste da bere.

Fui forestiero e mi accoglieste.

Fui nudo e mi rivestiste.

Fui infermo e mi visitaste.

Fui in prigione e voi veniste a me. (Matteo 25).

"La religione pura ed immacolata, dinanzi a Dio e Padre, è questa; visitare gli orfani, e le vedove, nelle loro afflizioni; e conservarsi puro dal mondo" (Giacomo 1:26-27).

Il Cristianesimo, quello vero, radicale, fondato sulla Parola di Dio, non è parola umana ma azione. Come Cristo è venuto per servire, non solo siamo chiamati ad avere in noi gli stessi sentimenti di Cristo ma anche a servire, come prima Cristo ha servito noi assumendo la veste umana e sacrificandosi alla croce per aprire quell'unica Via della salvezza. Paolo dirà: "servendo al Signore, con ogni umiltà e con molte lagrime, e prove" (Atti 20:19). Il servizio cristiano, non è una possibilità ma un dovere. Per questo sta scritto: "Colui dunque che sa fare il bene, e non lo fa, commette peccato" (Giacomo 4:17). E se diciamo di essere cristiani, tutti noi siamo chiamati a servire i nostri fratelli ed il prossimo per amore di Cristo. 

A Dio la gloria.  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Dov'è la chiesa di Cristo?

dov'è la chiesa di Cristo?Con tanta sofferenza intorno a noi, dov'è la chiesa? dov'è la chiesa apostolica degli Atti? dove sono i profeti, i pastori, i servi di Cristo, la testimonianza verace e potente di Cristo, le guarigioni, le operazioni potenti? Se credete nell'Evangelo della Grazia, se siete nati di nuovo e siete battezzati, per carità, uscite dalle chiese e testimoniate che Cristo è vivente, testimoniate della grazia, della salvezza in Cristo come unica speranza per questa generazione smarrita e malata. Preghiamo, preghiamo, preghiamo, intercedendo per quanti non credono, per quanti sono malati, depressi, schiavi nel mondo e del mondo, per quanti sono morti dentro. Preghiamo intercedendo presso il Padre per la generazione di questo tempo. Ritorniamo a gridare Abba Padre! per il sangue di Cristo versato per tutti noi e per il quale abbiamo avuto, per fede, questa libertà. "Ma, avendo gridato al Signore, mentre erano in distretta, Egli li ha salvati dalle loro angosce. E li ha tratti fuori delle tenebre, e dell'ombra della morte; ed ha rotti i lor legami" (Salmo 107:13-14). 

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Dio consola i nostri cuori

Dio consola i nostri cuoriPoichè a voi è stato di grazia dato per Cristo, non solo di credere in lui, ma ancora di patir per lui" (Filippesi 1:29).

Possa Dio consolare il cuore di ogni genitore che ha perso un figlio. Possa Dio consolare i cuori di ogni figlio che ha perso un genitore. Possa Dio consolare la sofferenza di ogni umano distacco. Possa Dio sostenerci e consolarci nella malattia, nei frammenti di depressione che possono colpire chiunque ed in ogni sofferenza umana, sapendo che alla fine del deserto, la gloria di Dio ci attende. 

Il cammino non è semplice, anzi; il deserto brucia, i piedi fanno male ed a volte sanguinano. E prima o poi, siamo anche chiamati a lasciare andare le persone, le cose, a dire addio. Nel deserto si è soli. Nel deserto ci può anche essere tanta gente intorno, e comunque si è soli. Ma Dio sa ogni cosa e di ogni cosa è il Signore. Perchè Cristo è venuto tra noi, come uno di noi, ha condiviso la nostra umanità, uomo di dolori (Isaia 53). Però non siamo soli: "Or ecco, io sono con voi in ogni tempo, infino alla fine del mondo. Amen" (Vangelo di Matteo, ultimo capitolo, ultimo verso).

In ricordo di Jonathan Pitre (2.06.2000 - 4.04.2018)

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Venite!

Venite!Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io vi darò riposo” (Matteo 11:28). Ogni uomo cerca fama, importanza, gloria. Dio ha scelto di divenire uomo, “scendendo” (annichilì se stesso … a somiglianza degli uomini, Filippesi 2:7) tra noi con il messaggio più importante di tutta la storia: grazia vi è donata per mezzo di me. Venite! “Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6); in altri termini e secondo le parole di Paolo: “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Iddio, per Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 5:1). Gesù viene tra noi come uno di noi; il profeta Isaia descrive bene questa condizione: uomo di dolore, familiare col patire (Isaia cap. 53). Venite! “Perché Iddio ha tanto amato il mondo, ch’egli ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna (Giovanni 3:16). Venite! dice il Maestro, perché io vi ho riconciliati al Padre; qualunque peccato, qualunque peso, dolore, sofferenza, dipendenza … io ho già pagato per te sulla croce. Venite! Io sono La Via .. e nessuno viene al Padre se non per mezzo di me perché “Io e il Padre siamo una stessa cosa” (Giovanni 10:16). Venite!

A Dio la gloria.  

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