Pentecostali nel mondo

Roma, Lunedì 27 Ottobre 2025 11:15

Il modo di avere. Il giovane ricco

Cristo prima di tutto“Quel giovane gli disse: Tutte queste cose ho osservate fin dalla mia giovinezza; che mi manca ancora? Gesù gli disse: Se tu vuoi esser perfetto, va’, vendi ciò che tu hai, e donalo a’ poveri, e tu avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, e seguitami. Ma il giovane, udita quella parola, se ne andò contristato; perché egli aveva molte ricchezze” (Matteo 19:20-21). Tanti motivi impediscono alle persone di abbracciare Cristo incondizionatamente, così come Lui chiede. Quest’incontro - riportato sia dall’evangelista Matteo che da Marco (cap. 10) e Luca (cap. 18) - ci parla del rapporto con i beni di questa vita, con l’importanza che ciascuno di noi dà alle cose, le priorità che scegliamo. Cos’è quella chiamata all’essere “perfetto” che Cristo rivolge al giovane? Nessuno di noi è perfetto, tutti siamo peccatori salvati per grazia, senza alcun merito ma per la grazia che splende ancora dalla Croce. Il senso allora è: qual è la tua priorità? Dio non può stare al secondo posto; cosa c’è al primo posto nel tuo cuore? Gesù poteva scrutare ogni cuore sino alle estreme profondità dell’animo umano. L’evangelista Luca chiarisce il passaggio: Gesù gli disse: “Una cosa ti manca ancora: vendi tutto ciò che tu hai, e distribuiscilo a’ poveri, ed avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, e seguitami” (Luca 18:22). Il problema era confidare nelle ricchezze più che in Dio. “Perché dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore” (Matteo 6:21). Il problema non è la ricchezza in sé; Davide, Salomone e tanti uomini di Dio furono molto ricchi; il punto è il rapporto con ciò che abbiamo e l’utilizzo delle proprie risorse. Spesso in ambito evangelico si parla ancora del falso problema della decima; a Dio non serve la tua decima, Egli vuole tutto te stesso. Ricordiamo sempre le parole di Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non son più io che vivo, ma è Cristo che vive in me” (Galati 2:20). Il giovane ricco “aveva” molte ricchezze, un avere che era un’attitudine, un rapporto, un attaccamento alle cose. La stessa espressione la ritroviamo in Giovanni 13:29: “Giuda aveva la borsa …”, “era ladro, e tenendo la borsa, ne portava via quel che si metteva dentro” (Giovanni 12:6). L’amore per il denaro, l’attaccamento alle cose, la paura di perdere ciò che si ha è una radice velenosa che si avvolge come un serpente al cuore dell’uomo, allontanandolo da Dio, perché dov’è il tuo tesoro, quivi sarà anche il tuo cuore. Una conversione parziale è il rischio anche dei credenti di oggi: il cuore si converte ma la tasca resiste; tutto il mio cuore appartiene a Dio ma non chiedetemi di dare soldi per l’opera … “Che utilità vi è, fratelli miei, se alcuno dice d’avere fede, e non ha opere? Può la fede salvarlo? Se un fratello o una sorella son nudi e mancanti del cibo quotidiano, e un di voi dice loro: Andatevene in pace, scaldatevi e satollatevi; ma non date loro le cose necessarie al corpo, che giova?” (Giacomo 2:14-16). “Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta” (verso 26). “La carità sia senza simulazione” (Romani 12:9), senza ipocrisia. “Colui dunque che sa fare il bene, e non lo fa, commette peccato” (Giacomo 4:17). In questi ultimi decenni stiamo assistendo ad una nuova forma di idolatria, quella verso gli animali. Sempre più persone, magari per delusioni o solitudine, elevano un animale a compagno di vita, impegnando soldi e tempo per provvedere al cane, al gatto o altro animale che sia. Se spendiamo più soldi per l’animale di quanto offriamo per l’opera del Signore e per il nostro prossimo in difficoltà, cristianamente questo è un problema. Troppo spesso, usiamo con fratelli o non convertiti parole di conforto usando versetti biblici quando invece dovremmo testimoniare andando a far la spesa e portando ciò che occorre alla famiglia bisognosa. “Iddio ama un donatore allegro” (2 Corinzi 9:7). “Voi li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:20). Signore aiutaci a consacrarci completamente a te, aiutaci a rivolgere il nostro cuore a Cristo senza riserve, provvedi al bisogno di ciascuno e rendici sensibili alla tua voce. Nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù stesso disse ai discepoli: “Date lor voi da mangiare” (Marco 6:37). Molte missioni, molte chiese, molte famiglie sono oggi in difficoltà. Nella prima chiesa descritta negli Atti degli apostoli “gran grazia era sopra tutti loro. Poiché non vi era alcun bisognoso fra loro” (Atti 4:33-34). Oggi, il popolo di Dio ha smesso di essere un “donatore allegro” in vista del Regno de’ cieli, appare raffreddato, chiuso in se stesso, sfiduciato nell’attesa; e chiudendo le proprie mani ha raffreddato anche il proprio cuore. Signore aiutaci ad essere noi stessi, come tuoi figliuoli, fonte di benedizione per gli altri e si conosca che tu sei Dio, che noi siamo tuoi servitori e che per la tua parola noi facciamo tutte queste cose (1 Re 18:36).         

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Camminando con Cristo

servendo Cristo per il soffio dello Spiri Santo"Poichè non mi proposi di sapere altro fra voi, se non di Gesù Cristo e di lui crocifisso" (1 Corinzi 2:2).

Mentre cammino in questo tempo, in questa generazione, nel tempo che Dio mi ha concesso, ripenso spesso e ripeto a me stesso le parole che l'apostolo Paolo ha pronunciate a Corinto. E desidero essere parimenti riempito di quella gloria e di quella certezza che ha spinto Paolo a predicare con potenza l'Evangelo della Grazia, il buon profumo di Cristo. Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica; io posso sopportare ogni cosa, l'abisso ed il deserto, le tenebre e le tempeste, attraversando la valle dell'ombra della morte perche Tu, o Signore, cammini con me, e qualche volta, sorreggendomi, cammini per me. Partecipe di così infinito amore grondato dalla Croce, ho risposto alla chiamata per amare e per essere io stesso, con il mio fratello in Cristo, fonte di benedizione per gli altri. L'Eterno provveda a ciascun figliuolo del suo popolo pienezza di Spirito Santo per l'edificazione della Sposa.

A Dio tutta la gloria.

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Il giorno di Cristo per Israele

il giorno di Cristo per IsraeleIl giorno di Cristo per Israele

"E spanderò sopra la casa di Davide, e sopra gli abitanti di Gerusalemme, lo Spirito di grazia, e di supplicazioni; e riguarderanno a me che avranno trafitto; e ne faran cordoglio che si fa per il figliuolo unico; e ne saranno in amaritudine, come per un primogenito" (Zaccaria 12:10).

"In quel giorno vi sarà un gran cordoglio in Gerusalemme ... (11).

"E gli si dirà: Che voglion dire quelle ferite, che tu hai in mezzo delle mani? Ed egli dirà: Son quelle che mi sono state date nella casa de' miei amici" (Zaccaria 13:6).

"Essi mi hanno forate le mani ed i piedi. Io posso contare tutte le mie ossa. Essi mi riguardano, e mi considerano. Si spartiscono fra loro i miei vestimenti, e tranno la sorte sopra la mia vesta" (Salmo 22:16-18).

"Lo Scettro non sarà rimosso da Giuda, nè il Legislatore d'infra i piedi di esso, finchè non sia venuto colui al quale quello appartiene. E inverso lui sarà l'obbedienza dei popoli" (Genesi 49:10).

"La salvezza è dalla parte de' Giudei" (Giovanni 4:22).

"Pilato disse loro: Che farò dunque di Gesù, detto Cristo? Tutti gli dissero: Sia crocifisso" (Matteo 27:22).

"E tutto il popolo, rispondendo, disse: Sia il suo sangue sopra noi, e sopra i nostri figliuoli" (25).

"... per la loro caduta è avvenuta la salvezza a' Gentili, per provocarli a gelosia. Ora, se la lor caduta è la ricchezza del mondo, e la lor diminuzione la ricchezza de' Gentili, quanto più lo sarà la lor pienezza?" (Romani 11:11-12).

"E se pure alcuni de' rami sono stati troncati, e tu, essendo ulivastro, sei stato innestato in luogo loro, e fatto partecipe della radice, e della grassezza dell'ulivo; non gloriarti contro a' rami; e se pur tu ti glorii contro a loro, tu non porti la radice, ma la radice porta te" (17-18).

"... induramento è avvenuto in parte ad Israele, finchè la pienezza de' Gentili sia entrata. E così tutto Israele sarà salvato, secondo ch'egli è scritto: Il Liberatore verrà di Sion, e torrà d'innanzi a sè l'empietà di Giacobbe. E questo sarà il patto che avranno da me, quando io avrò tolti via i lor peccati. Ben son essi nemici, quant'è all'evangelo, per voi; ma quant'è all'elezione, sono amati per i padri" (25-28).

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Operai nell'opera di Dio

operai nell'opera di Dio"E la mia parola, e la mia predicazione non è stata con parole persuasive dell'umana sapienza; ma con dimostrazione di Spirito e di potenza. Affinchè la vostra fede non sia in sapienza di uomini, ma in potenza di Dio" (1 Corinzi 2:4-5). "Poichè noi siamo operai nell'opera di Dio ... Poichè nessuno può porre altro fondamento che quello che è stato posto, il quale è Gesù Cristo" (3:9-11). In queste parole, il dramma e la debolezza della chiesa odierna: molte parole di sapienza umana ed assenza della guida e della potenza dello Spirito Santo. Per questo molte chiese restano spiritualmente rachitiche: non produco frutti alla gloria di Dio, non crescono in conoscenza - fede - carità e spesso finiscono consumate dalle stesse divisioni e contese interne. Come scamperemo a tutto questo se trascuriamo la Parola, la preghiera, la comunione fraterna quale corpo di Cristo? Consacriamoci del tutto al Signore ed Egli renderà ancora testimonianza di ciò con segni, e prodigi, e diverse potenti operazioni, e distribuzione dello Spirito Santo, secondo la sua volontà (Ebrei 2:4). 

Per qualsiasi necessità scriveteci ma prima di ogni cosa pregate il Padre nostro che conosce ogni profondità. Dio è buono, misericordioso e fedele.

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Falsi profeti

servendo CristoFALSI PROFETI

Tempi di grande confusione anche nelle chiese, perchè "non tutti coloro che son d'Israele, sono Israele" (Romani 9:6). Falsi profeti, falsi pastori, falsi credenti che insinuano false dottrine per interessi personali, stimando l'evangelo una possibilità di guadagno (1 Timoteo 6:5). Un pò di lievito mette a rischio una intera comunità e la consacrazione comunitaria ed individuale rischia di raffreddarsi. Per questo, quali servi di Cristo siamo chiamati ad avere conoscenza della Parola di Dio ed il discernimento dello Spirito Santo, perchè le tenebre siano riconosciute e riprese. La Verità di Cristo ci ha resi liberi per grazia; ma se andiamo fuori Via o riguardiamo alla Legge del Vecchio Testamento, allora non c'è più grazia e neppure libertà ma schiavitù del peccato. "E se tu dici nel cuor tuo: Come conosceremo la parola che il Signore non avrà detta? Quando il profeta avrà detta alcuna cosa a Nome del Signore, e quella cosa non sarà, e non avverrà; quella cosa sarà quella che il Signore non avrà detta; quel profeta l'avrà pronunziata per presunzione; non temere di lui" (Deuteronomio 18:21-22). L'apostolo Paolo sottolinea che il nostro combattimento non è "contro a sangue e carne" ma è un combattimento spirituale (Efesi 6:10-20) per il quale abbiamo necessità della completa armatura di Dio, pregando in ogni tempo e vegliando con perseveranza "e non essendo in cosa alcuna spaventati dagli avversari" (Filippesi 1:28). "Perchè tali falsi apostoli sono operai fraudolenti, trasformandosi in apostoli di Cristo. E non è meraviglia; perchè Satana stesso si trasforma in angelo di luce ..." (2 Corinzi 11:13-14). Se rimaniamo fedeli per la Via della Verità, seppure "in pericoli fra falsi fratelli" (2 Corinzi 11:26), pastori sviati (Ezechiele 34), falsi profeti ed in ogni sorta di combattimento, noi avremo la vittoria in Cristo, perchè sia manifesto che noi siamo "la lettera di Cristo" (2 Corinzi 3:3), vivendo per lo Spirito e camminando altresì per lo Spirito, come si conviene ad ambasciatori di Cristo. Non mi interessa se conosci la Bibbia a memoria, se parli l'aramaico, l'ebraico, il greco, il latino e parli altri linguaggi strani: voglio vedere i frutti dell'amore di Cristo, della compassione. "Ora, guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi in abito di pecore; ma dentro sono lupi rapaci" (Matteo 7:15). "Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti" (verso 20).    

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