Pentecostali nel mondo

Roma, Mercoledì 30 Aprile 2025 13:55

Rimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio. Ultima parte

rimanere fedeli in tempi difficiliRimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio (Ultima Parte)

Vediamo ora come quanto detto nella parte 1 e 2 può essere accostato a questi nostri giorni.

Nel primo Tempio, la gloria (Shechinah) di Dio.

Nel secondo Tempio un senso di solitudine e di amarezza. Ma Dio interviene dicendo: “io riempirò questa Casa di gloria … L’argento è mio, e l’oro è mio … Maggiore sarà la gloria di questa seconda Casa, che la gloria della primiera .. ed io metterò la pace in questo luogo” (Aggeo 2:7-9).

Infatti, in questo secondo Tempio entrerà la gloria di Cristo che traccerà La Via, La verità e La Vita (Giovanni 14:6), la redenzione attraverso la grazia e Colui che dirà all’umanità: “abbiate pace in me; voi avrete tribolazioni nel mondo; ma state di buon cuore, io ho vinto il mondo” (Giovanni 16:33).     

Cristo è stato anche l’ultimo sacrificio - la nostra pasqua immolata per noi (1 Corinzi 5:7) - perché alla sua morte, reso lo spirito, “la cortina del Tempio si fendé in due, da cima e fondo” (Marco 15:38). E poi nel 70 d.C. il Tempio viene distrutto dai romani.  

Oggi, noi credenti siamo il Tempio dello Spirito Santo, la Chiesa, il popolo di Dio acquistato al prezzo del sangue della Croce; noi siamo il corpo di Cristo (1 Corinzi 6:19-20).

Purtuttavia, è un tempo di sofferenza anche per i cristiani, sia fisica che spirituale. Pur essendo di Cristo, siamo ancora in questo corpo che vacilla e soffre come tutti, gli affanni, le mancanze, le malattie, lo scoraggiamento, giorno per giorno. Per di più, assistiamo a tanta sofferenza intorno a noi, alle nostre chiese che si svuotano, alla magrezza spirituale, alla mancanza della potenza dello Spirito Santo all’opera: dove sono oggi i profeti, i guaritori, le manifestazioni potenti dello Spirito Santo di cui Paolo parla in 1 Corinzi cap. 12?! Troppo spesso siamo inondati da fiumi di parole senza carità, senza potenza; Paolo dice: non voglio sapere altro se non di Cristo e di Cristo crocifisso (1 Corinzi 2:2), “e la mia parola, e la mia predicazione non è stata con parole persuasive dell’umana sapienza; ma con dimostrazione di Spirito e di potenza. Affinché la vostra fede non sia in sapienza d’uomini, ma in potenza di Dio” (versi 4-5).

Eppure, non è questo il tempo di abbattersi, anzi di fortificarsi nell’opera dello Spirito Santo e quelle parole … “mettetevi all’opera io sono con voi” (Aggeo 2:4), sono ancora oggi per noi, perché questo nostro Tempio conoscerà una gloria maggiore della primiera, perché noi Lo vedremo faccia a faccia. Come il secondo Tempio ha visto Cristo, noi siamo il terzo Tempio che vedrà l’Eterno (Elohim) faccia a faccia (1 Corinzi 13:12, Ebrei 12:14).

Nel rimanente, fratelli, rallegratevi, siate ristorati, siate consolati, abbiate un medesimo sentimento, e state in pace; e l’Iddio della carità, e della pace sarà con voi” (2 Corinzi 13:11).

Or ecco, io son con voi in ogni tempo, infino alla fine del mondo. Amen” (Matteo, ultimo capitolo, ultimo verso).

Gianfranco Annino

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Rimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio. Parte 2 di 3

tempi profeticiRimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio (Parte 2 di 3)

Davide esprime la volontà di costruire un tempio al Signore (2 Samuele cap. 7). Tuttavia, tramite il profeta Natan, Dio rivela a Davide che non sarà lui a costruire il tempio, “una Casa al mio Nome”, bensì il suo figliuolo Salomone: “e la tua casa e il tuo regno saranno in perpetuo stabili nel tuo cospetto; il tuo trono sarà fermo in eterno” (verso 16). Una chiara profezia della venuta di Cristo e del suo regno perpetuo, e del trono alla destra del Padre (Ebrei 1:8). Quando Salomone viene unto re, in luogo di suo padre Davide, a 400 anni dalla uscita dalla schiavitù d’Egitto, l’anno quarto del regno di Salomone, inizia la costruzione del Tempio. E la parola del Signore fu indirizzata a Salomone, dicendo : Quant’è a questa Casa che tu edifichi, se tu cammini ne’ miei statuti, e metti in opera le mie leggi, ed osservi tutti i miei comandamenti, per camminare in essi; io atterrò fermamente inverso te la mia parola, che io ho detta a Davide, tuo padre; ed io abiterò in mezzo de’ figliuoli d’Israele, e non abbandonerò il mio popolo d’Israele” (1 Re 6:11-13).

Sempre nel Primo Libro dei Re, al capitolo 8, viene descritta la consacrazione del Tempio. “Ed i sacerdoti portarono l’Arca del Patto del Signore dentro al suo luogo, nell’Oracolo della Casa, nel Luogo Santissimo, sotto alle ali de’ Cherubini” (verso 6); e dentro l’Arca vi erano le due Tavole di pietra della Legge che Dio aveva scritto (verso 9).

“Ora avvenne che, dopo che i sacerdoti furono usciti fuori del Luogo santo, una nuvola riempiè la Casa del Signore. Ed i sacerdoti non potevano stare in piè per fare il servigio, per cagione della nuvola; perché la gloria del Signore aveva ripiena la Casa del Signore” (verso 10-11). E Salomone apre le palme delle sue mani verso il cielo e prega con parole che possiamo fare nostre: O Signore “gli occhi tuoi siano aperti, notte e giorno, verso questa Casa” (verso 29). “Ora, quando Salomone ebbe finito di fare la sua orazione, il fuoco scese dal cielo, e consumò l’olocausto, e gli altri sacrifici; e la gloria del Signore riempiè la Casa” (2 Cronache 7:1).

Il primo Tempio è dunque connotato dalla abbondanza, dalle ricche donazioni del popolo e, infine, dalla gloria di Dio (Shechinah) che scende.

Ma nell’anno 586 a.C. (Regno di Giudea in Canaan), il Tempio viene distrutto, il suo culto abolito e buona parte della nazione condotta schiava in Babilonia (2 Re 25:12).

Nel Libro di Esdra si narra poi di come Ciro, Re di Persia, permette ai Giudei di tornare in Gerusalemme, dove il popolo, guidato da Zorobabele (discendente di Davide), comincia a ricostruire il Tempio. E’ un popolo afflitto, che è uscito da poco dalla schiavitù: “Ma molti de’ sacerdoti, e dei Leviti, e de’ capi delle famiglie paterne, ch’erano vecchi, e avevano veduta la primiera Casa in piè, avendo questa Casa davanti agli occhi, piangevano con gran grida …” (Esdra 3:12). Uomini cioè che avevano visto il primo Tempio ed avevano visto la Shechinah, la gloria di Dio scendere, adesso che hanno forse 80/85 anni, vedono la differenza e piangono lacrime di amarezza perché non vedono la stessa gloria del tempo passato. Tant’è che Dio manda i profeti Aggeo e Zaccaria a confortare e richiamare il popolo che si era fermato nella costruzione del Tempio, con queste parole: “Io sono con voi, dice il Signore” (Aggeo 1:13), “fortificatevi … e mettetevi all’opera; perché io sono con voi, dice il Signore degli eserciti” (Aggeo 2:4). Il Tempio poi verrà finito (Esdra 6:15) e dedicato sino alla Pasqua (516 a.C.).

Fatte queste premesse, vedremo nella Parte III il filo che lega il primo Tempio, il secondo Tempio con i nostri tempi ed il terzo Tempio con la gloria a venire. Per comprendere che stiamo vivendo tempi profetici ed è il tempo di una maggiore consacrazione a Cristo ed una maggiore pienezza di Spirito Santo. 

(A breve, la terza ed ultima parte).

Dio ci benedica.   

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Rimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio

fedeli nella sofferenzaRimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio (Parte prima)

"E Iddio non vendicherà egli i suoi eletti, i quali giorno e notte gridano a lui; benchè sia lento ad adirarsi per loro? Certo, io vi dico, che tosto li vendicherà. Ma, quando il Figliuol dell'uomo verrà, troverà egli pur la fede in terra?" (Luca 18:7-8)

Partiamo da questi versi per affrontare un percorso che ci condurrà a delle considerazioni sul tempo di “tenebre” che stiamo vivendo, da ultimo a causa della pandemia in corso nel mondo. Per concludere che il popolo di Dio deve rimanere sereno, forte in Cristo e soprattutto fedele.

Perché gli “eletti”, cioè i salvati per grazia, il popolo di Dio, “gridano a lui”? Evidentemente, perché sono “nel mondo” e sono soggetti a tutte le sofferenze del genere umano; ma anche perché, “non essendo del mondo”, vogliono vivere secondo la Parola di Dio, in santità, testimoniando di Cristo. I cristiani, pertanto, soffrono perché combattono “il buon combattimento della fede” e perché, nella propria visione evangelica, riescono a scorgere un mondo travagliato che si avvia alla perdizione, lontano da Dio. Ma l’aver accettato Cristo e l’essere il popolo di Dio, porta ciascuno e tutti come “chiesa” a gridare “a lui”: è un atto di fede che solo i cristiani possono compiere, gridare “a lui”, gridare Abba Padre, perché sa in chi ha creduto, sa da dove viene e dove sta andando camminando lungo “La Via, La Verità e La Vita”.

Ma anche i cristiani, attraversando il deserto di questi tempi, possono essere provati nell’animo, sentirsi scoraggiati, deboli, affranti, finanche abbandonati. Niente di cui vergognarsi; anche Cristo, nel Getsemani, nell’estrema sofferenza dell’imminente sacrificio della Croce, ebbe momenti di terribile sofferenza interiore arrivando a chiedere al Padre se fosse possibile non bere il calice del sacrificio (Matteo 27:42) ed ancora in Croce gridando “Elì, Elì, lammà sabactani? cioè: Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (27:46).

Questo sentimento di scoraggiamento e di abbandono del popolo di Dio è un po’ quanto è successo alla inaugurazione del secondo tempio, ma per capire dobbiamo fare un cenno anche al primo tempio per capire che noi siamo il terzo tempio che un giorno vedrà il Signore (EL SHADDAI di Genesi 18:3) faccia a faccia.

(segue Parte 2, di prossima pubblicazione)

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Solo Cristo: La Via, La Verità, La Vita

Solo Cristo: La Via, La Verità, La VitaSolo CRISTO: La Via, La Verità, La Vita

"Se noi speriamo in Cristo solo in questa vita, noi siamo i più miserabili di tutti gli uomini. Ma ora Cristo è risuscitato da' morti; egli è stato fatto le primizie di coloro che dormono. Poichè per un uomo è la morte, per un uomo altresì è la resurrezione de' morti. Perchè, siccome in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti saranno vivificati" (1 Corinzi 15:20-22)

"E in nessun altro è la salvezza; poichè non vi è alcun altro nome sotto il cielo, che sia dato agli uomini, per il quale ci convenga esser salvati" (Atti degli Apostoli 4:12)

La verità centrale di tutta la Parola di Dio è Cristo! Dalla Genesi all'Apocalisse, Cristo è il Messia, la salvezza che doveva venire (durante il tempo della Legge), la Salvezza che è venuta, la Salvezza che intercede per noi alla destra del Padre. Benedetto Colui che viene nel nome del Signore. Benedetto Colui che è venuto ed è morto in croce per noi. Benedetto Colui che è risorto per noi ed in noi, per la Sua Santità, ha edificato un tempio santo: per la quale grazia, noi diciamo Abba Padre. In un tempo dove tutto è messo in dubbio, in discussione e sostenere una qualsiasi verità è ritenuto un atto di arroganza, il popolo di Dio è chiamato a sostenere l'unica verità nella quale c'è salvezza: Gesù il Salvatore. Cristo è La Via, La Verità e La Vita. Una Via, una Verità, una Vita, soltanto attraverso Cristo. Paolo scrive: "io sono posto per la difesa dell'evangelo" (Filippesi 1:17) perchè Cristo sia annunziato. Possa Dio fortificare e riempire di Spirito Santo il suo popolo, corpo di Cristo, perchè proclami sempre e soltanto la verità dell'evangelo della grazia in Cristo. 

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A Dio tutta la gloria

a Dio tutta la gloriaA Dio tutta la gloria

A Dio la gloria perchè ha tanto amato me (Giov. 3:16)

A Dio la gloria perchè ha dato Cristo per me (Giov. 3:16)

Benedetto Colui chè è venuto nel Nome del Signore (Marco 11:9)

Benedetto Colui che è salito in croce per me (Giovanni 10:17)

Benedetto Colui che ha rotto il proprio corpo per risanare il mio (Matteo 26:26)

Benedetto Colui chè è sceso nell'Ades per me (1 Pietro 3:18)

Benedetto Colui che ha vinto la morte per me (Apocalisse 1:18)

Benedetto Colui che è risorto per me, primizia d'infra i morti (1 Corinzi 15:20)

Benedetto Colui che è salito alla destra del Padre (Marco 16:19)

Benedetto Colui che mi ha dato salute e salvezza (Giovanni 15:5)

Benedetto Colui che mi ha inviato il Consolatore (Giovanni 16:7)

Benedetto Colui che mi attende a braccia aperte per incontrarmi faccia a faccia (1 Corinzi 13:12)

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