fedeli nella sofferenzaRimanere fedeli in tempi difficili. Dal primo tempio al terzo tempio (Parte prima)

"E Iddio non vendicherà egli i suoi eletti, i quali giorno e notte gridano a lui; benchè sia lento ad adirarsi per loro? Certo, io vi dico, che tosto li vendicherà. Ma, quando il Figliuol dell'uomo verrà, troverà egli pur la fede in terra?" (Luca 18:7-8)

Partiamo da questi versi per affrontare un percorso che ci condurrà a delle considerazioni sul tempo di “tenebre” che stiamo vivendo, da ultimo a causa della pandemia in corso nel mondo. Per concludere che il popolo di Dio deve rimanere sereno, forte in Cristo e soprattutto fedele.

Perché gli “eletti”, cioè i salvati per grazia, il popolo di Dio, “gridano a lui”? Evidentemente, perché sono “nel mondo” e sono soggetti a tutte le sofferenze del genere umano; ma anche perché, “non essendo del mondo”, vogliono vivere secondo la Parola di Dio, in santità, testimoniando di Cristo. I cristiani, pertanto, soffrono perché combattono “il buon combattimento della fede” e perché, nella propria visione evangelica, riescono a scorgere un mondo travagliato che si avvia alla perdizione, lontano da Dio. Ma l’aver accettato Cristo e l’essere il popolo di Dio, porta ciascuno e tutti come “chiesa” a gridare “a lui”: è un atto di fede che solo i cristiani possono compiere, gridare “a lui”, gridare Abba Padre, perché sa in chi ha creduto, sa da dove viene e dove sta andando camminando lungo “La Via, La Verità e La Vita”.

Ma anche i cristiani, attraversando il deserto di questi tempi, possono essere provati nell’animo, sentirsi scoraggiati, deboli, affranti, finanche abbandonati. Niente di cui vergognarsi; anche Cristo, nel Getsemani, nell’estrema sofferenza dell’imminente sacrificio della Croce, ebbe momenti di terribile sofferenza interiore arrivando a chiedere al Padre se fosse possibile non bere il calice del sacrificio (Matteo 27:42) ed ancora in Croce gridando “Elì, Elì, lammà sabactani? cioè: Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (27:46).

Questo sentimento di scoraggiamento e di abbandono del popolo di Dio è un po’ quanto è successo alla inaugurazione del secondo tempio, ma per capire dobbiamo fare un cenno anche al primo tempio per capire che noi siamo il terzo tempio che un giorno vedrà il Signore (EL SHADDAI di Genesi 18:3) faccia a faccia.

(segue Parte 2, di prossima pubblicazione)

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