Pentecostali nel mondo

Roma, Mercoledì 30 Aprile 2025 13:55

Servendo Cristo in questo tempo

servendo Cristo"... poiché mi proposi di non sapere altro fra voi, se non di Gesù Cristo, ed esso crocifisso".

(1 Corinzi 2:2)

La scrittura di questo articolo ha richiesto più tempo del solito, più approfondite riflessioni per esprimere un contenuto di maggiore fedeltà al pensiero dell'autore. L'apostolo Paolo ha su di sè le cicatrici dell'essere cristiano. Ha personalmente ricevuto da Dio una chiamata, una Parola, l'Evangelo della Grazia, La Via, La Verità e La Vita; e tutto è racchiuso in Cristo. Egli sa che "tutto è compiuto" (Giovanni 19:30), che la Vita è unicamente nel nome di Cristo (Giov. 20:31), che è stato "posto per la difesa dell'evangelo" (Filippesi 1:17), che per il mondo "la parola della croce è pazzia" (1 Corinzi 1:18) e che la chiamata comporta anche solitudine, afflizioni e combattimento (2 Timoteo 4:5-7). Tribolazioni nella carne e nello spirito che non vengono solo dal mondo ma ancora di più dal seno della chiesa dove si consumano divisioni e maldicenze, dove la carnalità è una continua tentazione, e dove nascono false dottrine (Galati cap. 1). Paolo dimostra una piena consapevolezza di tutto questo perchè ha afferrato la Verità di Cristo "nostra pasqua ... immolata per noi" (1 Corinzi 5:7). Ecco allora il ragionamento di Paolo. Ho conosciuto Cristo, mio personale salvatore, ho conosciuto l'eccellenza della Parola, ho reputato il mondo tanta spazzatura al cospetto di Dio (Filippesi 3:7-8), per questo non voglio sapere altro se non di CRISTO: e nella comunione delle sue sofferenze essere reso conforme alla sua morte per conoscere ancora di più Cristo e la potenza della resurrezione (Filippesi 3:9-13).

Il verso di Paolo sia centrale anche nella nostra vita. Intorno a noi ci saranno sempre mille voci che tenderanno a portarci in confusione e spiritualmente su un'altra via. Riguardiamo a Cristo in ogni circostanza. Ma in quale modo? ce lo dice Giovanni Battista: "Conviene che egli cresca e che io diminuisca" (Giovanni 3:30). Anche vicino a noi, nelle nostre famiglie, nelle nostre chiese ci saranno occasioni di tentazioni, combattimenti e amarezze ma riguardiamo a Cristo. Al tavolo della cena c'è anche chi rinnega (Pietro), chi tradisce (Giuda), ma cosa può essere più bello ed importante del riguardare a Cristo?!

In conclusione. Anche in questi tempi così difficili e tempestosi, proponiamoci di guardare sempre e comunque a Cristo, la roccia dei secoli, al fine di essere trovati fedeli al suo tempo.

Dio ci benedica tutti insieme.

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L'Evangelista

BurkinA FasoUn credente pone la seguente domanda/riflessione con riferimento ad Efesini cap. 4 versi  11-14.
Mi sembra di capire che nella primitiva chiesa Gesù stesso aveva in qualche modo dato 5 figure "per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo, (verso 13) fino a che tutti giungiamo all'unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio.."
Tra queste figure compare l'evangelista!!
La domanda è: perché i primi credenti, ripieni di Spirito Santo, hanno bisogno di essere evangelizzati?

In primo luogo, è bene ricordare che la nostra fede è fondata su Cristo, La Parola fatta carne che per un tempo ha abitato tra noi. Noi conosciamo Dio attraverso la sua Parola. Il contenuto della Parola nel suo insieme è il messaggio di Dio per noi, è sufficiente a rispondere ad ogni quesito ed è immutabile nei secoli. Perché così è piaciuto a Dio rivelarsi agli uomini ancora oggi per realizzare un fine: la comunione tra Dio e l’uomo attraverso la porta della grazia che Cristo ha aperta in Croce.

La Chiesa è l’insieme dei redenti, di coloro che hanno creduto ed hanno uno stile di vita conforme alla Parola di Dio. E’ il corpo di Cristo chiamato all’unità nella fede.

La Chiesa non è il fine ma lo strumento per testimoniare e glorificare Dio, per spandere il buon profumo di Cristo nel mondo (partendo dal vicino di casa). Il fine è la salvezza, la vita eterna, l’incontro con Cristo che attende i credenti, “faccia a faccia”.

Lo Spirito Santo si manifesta ed istruisce i santi dando sapienza e potenza e chiamando noi ad essere collaboratori dell’opera di Dio (es. cap. 2 Atti degli Apostoli).

Doni (1 Corinzi 12 - Romani 12:6) e ministeri (Efesini 4:11 - Romani 12:7) sono la gloria di Dio che incontra gli uomini per grazia, ciascuno secondo la misura del dono di Cristo, dopo la salvezza (Romani 5:1).

Veniamo alla figura, al ministero dell’Evangelista: è colui che annuncia la Buona Novella ai non credenti, che porta la testimonianza di Cristo in zone nuove promuovendo la costituzione di comunità locali. E’ il pioniere missionario. Biblicamente, pensiamo a Filippo ed a Timoteo. Certamente, l’Evangelista può anche svolgere la funzione di incoraggiamento della chiesa locale ma solitamente saranno culti speciali a fine evangelistico  (dove si cerca di portare quanti più familiari e conoscenti possibile). Un caro servo del Signore che ricordo con affetto - e che certamente possiamo inquadrare nella figura dell’Evangelista - è stato il fratello Charles Greenaway (promosso alla casa del Padre il 31 luglio 1993) che ha testimoniato e predicato di Cristo in 170 nazioni nel mondo e soprattutto in luoghi sperduti dell’Africa dove oggi, seppure nella fornace della persecuzione, ci sono importanti presenze evangeliche. Tutto e sempre alla gloria di Dio.

Pertanto, il credente, nel cammino della santificazione (riguardando alla perfezione di Cristo) certamente avrà bisogno di una cura che però non viene dall’evangelista bensì dal Pastore-Dottore, il quale è chiamato da Dio ed “equipaggiato” per la cura della comunità locale, del gregge, popolo di Dio.

Molte pecore saltano da chiesa in chiesa o, scoraggiate da qualche brutta esperienza, scelgono di isolarsi e magari di cibarsi di prediche e studi da internet. Non è cosa buona, non è pratica sana e soprattutto non è pratica biblica. Come pecore salvate per grazia siamo chiamati a mettere le radici in una comunità locale e ad essere sottomessi al pastore locale secondo gli insegnamenti biblici.    

Il cammino della crescita nella santificazione passa per l’ammaestramento nella Parola e per la scuola dello Spirito Santo. Quanti ancora non credono hanno bisogno di essere evangelizzati e convinti di peccato dallo Spirito Santo e quindi hanno bisogno della Grazia.

Quanti sono già credenti hanno bisogno di fortificarsi nella conoscenza di Dio attraverso la Parola e lo Spirito Santo. Gesù stesso nella tentazione nel deserto fece riferimento alla Parola: “Sta scritto”, “Sta scritto” (Luca cap. 4). Ma nel risveglio della prima Chiesa, è lo Spirito Santo che rivela a Paolo la menzogna di Anania e Saffira (Atti cap. 5). Conoscenza della Parola, esperienza, rivelazione e potenza.

A Dio tutta la gloria.

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Vigilanza negli Ultimi Tempi

Ultimi TempiIl sermone profetico. Vigilanza

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 20 luglio 2012 / 20 luglio 2022

10 anni di  pentecostalinelmondo.it

In questo mese, dovremo affrontare le spese per rinnovare questo dominio web ed i costi associati. Tu hai mai contribuito? Molti credenti hanno una grande generosità di parole ma guai a menzionare la tasca. Dio ci benedica e provveda ad ogni ognuno secondo necessità e misericordia.  

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"Ora riguardatevi, che talora i vostri cuori non siano aggravati d'ingordigia, nè d'ebbrezza, nè delle sollecitudini di questa vita; e che quel giorno non vi venga addosso all'improvviso come un laccio; perché verrà sopra tutti quelli che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate dunque, pregando in ogni tempo, affinché siate reputati degni di scampare tutte le cose che devono avvenire; e di comparire davanti al Figliuol dell'uomo" (Luca 21:34-36).

Dio stesso esorta gli uomini di ogni tempo; e l'esortazione non è qualcosa di teorico che scende dall'alto, bensì la misericordia di Dio abitata tra noi per un tempo. Talchè, è l'esortazione che viene dalla natura umana in Cristo, vero uomo e vero Dio. Diversamente da quanto avviene nel mondo, l'Autore dell'esortazione mostra se stesso quale esempio più alto di amore, donando la propria vita, il proprio sangue, per acquistare la grazia, la redenzione e la riconciliazione dell'umanità al Padre. Portare la Croce e piantarla sulla terra per gli uomini è il senso profondo di quell'amore che si prende cura di noi dall'origine dei tempi. Tuttavia, questa nostra vita è solo un piccolo tempo; non dimentichiamoci del nostro Creatore, non dimentichiamoci di Cristo, facciamo tesoro della Parola di Dio. Stiamo vivendo tempi profetici e sono tempi assai difficili per tutti, anche se le cose di questo tempo non ci meravigliano più di tanto, avendoci il Maestro preparato. Gesù resta La Via, La Verità e La Vita; non c'è altro di buono. Per ogni necessità, chiediamo e confidiamo nel Signore. Non guardiamo indietro, nessuno sia spaventato o scoraggiato dagli eventi. Rimaniamo fedeli, camminiamo con Cristo per La Via della Verità.  "Chi vince sarà vestito di veste bianca, ed io non cancellerò il suo nome dal libro della vita; anzi confesserò il suo nome nel cospetto del Padre mio, e nel cospetto dei suoi angeli. Chi ha orecchio ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese" (Apocalisse 3:5-6). 

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Il costo della Verità

Il costo della VeritàPoiché noi non falsifichiamo la parola di Dio, come molti altri; ma come per sincerità, ma come da parte di Dio, parliamo in Cristo, nel cospetto di Dio” (apostolo Paolo, II Corinzi 2:17). L’importanza della Parola di Dio è che essa è la Parola di Dio, il messaggio del Creatore per gli uomini. Ed è una Parola che reca conoscenza, luce, Vita. Nell’Eden, il serpente antico sedusse Eva e di conseguenza Adamo, ponendo inimicizia tra l’uomo e Dio. Nel paradiso che Dio aveva donato all’uomo, la trasgressione è la perdita della retta via, la sfiducia nella verità divina, incredulità e ingratitudine. La conseguenza del tradimento è la morte, perché “il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 6:23). Per questo, Cristo viene (interviene a favore di una umanità perduta) e dice: “Io sono la Via, la Verità, e la Vita; nessuno viene al Padre se non per me” (Giovanni 14:6). Gesù è quella Via perduta nell’Eden, quella Verità tradita e quella Vita avvolta dalla morte. La Parola di Dio è il cuore del Cristianesimo perché tutto è racchiuso in essa, e la Parola è stata fatta carne, ed è abitata tra noi per un tempo (Giovanni 1:1-14). La Parola di Dio è Verità; può sembrare un paradosso ma la Parola è divisiva perché divide la luce dalle tenebre, la santità dal peccato “poiché la Parola di Dio è viva, ed efficace, ed è più acuta che qualunque spada a due tagli; e giunge fino alla divisione dell’anima e dello spirito …” (Ebrei 4:12). Falsificare la Parola di Dio equivale a dare retta al serpente antico, a tradire Cristo ed abbracciare il peccato e la morte. Per la Verità di Cristo una Croce è stata innalzata ed il sangue del Giusto è stato sparso. Quel sangue ci chiama a combattere per l’Evangelo della Grazia e questo, inevitabilmente, avrà un costo per tutti noi, popolo di Dio. Come Gesù fu tradito e rinnegato da coloro che avevano persino spezzato il pane con lui, così per noi il combattimento potrà toccarci anche dentro le mura di casa. Qualunque cosa accada, riguardiamo Cristo, cerchiamo prima il regno de’ cieli e il nostro Padre celeste provvederà ad ogni cosa. Qualunque cosa accada, non rivoltiamoci indietro, andiamo avanti per fede, cerchiamo la gloria di Dio e la sua misericordia.  

Camminiamo per la Via della Verità che conduce alla Vita eterna, servendo CRISTO.

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La sofferenza dei Cristiani. Fedeltà nelle prove

Sofferenza&FedeltàLa sofferenza dei Cristiani. Fedeltà nelle prove.

 

Poiché a voi è stato di grazia dato per Cristo, non solo di credere in lui, ma ancora di patire per lui; avendo lo stesso combattimento, il quale avete veduto in me, ed ora udite essere in me” (Filippesi 1:29-30).

La sofferenza ha sempre accompagnato l'uomo nel corso dei secoli. Ma la sofferenza dei cristiani, di coloro cioè che hanno creduto ed accettato Cristo nella propria vita come Signore e Salvatore, assume un significato speciale. In tutta la Parola di Dio vediamo uomini e donne fedeli eppure chiamati ad attraversare prove assai difficili. Ad Abramo fu chiesto di sacrificare il proprio figlio Isacco; molto note le "pene di Giobbe" che arrivò a perdere i propri figli. Ma anche venendo al Nuovo Testamento, Giovanni Battista (la voce d'uno che grida nel deserto) che attraversa i suoi ultimi giorni in carcere finendo con la testa su un vassoio; Stafano, primo martire, ucciso per la testimonianza di Cristo; e così Paolo, perseguitato per essere il testimone di Cristo ai gentili. La sofferenza dei cristiani nel cammino è biblica, cioè nessuno deve sorprendersi quando è chiamato ad attraversare la prova; Gesù stesso rivelò la "tribolazione nel mondo" (Giovanni 16:33) ma aggiunse: "state di buon cuore, io ho vinto il mondo" e "io sono con voi in ogni tempo, fino alla fine del mondo. Amen" (Matteo 28:20).

Chi non è passato per il deserto? Israele lo ha conosciuto bene. Giovanni Battista, figura meravigliosa della fedeltà in Cristo. Il Messia ha attraversato il deserto, e su un punto dobbiamo meditare: Gesù viene battezzato al Giordano, è ripieno di Spirito Santo e lo stesso Spirito lo conduce "nel deserto, per essere tentato dal diavolo" (Matteo 4:1). Non c'è vittoria senza prova, non c'è fedeltà senza sofferenza. In Cristo abbiamo la vittoria dopo il combattimento. Quante tempeste ha dovuto affrontare Paolo? ma in tutte, il Signore ha combattuto e vinto con lui; "è necessario che queste cose avvengano" (Matteo 24:6). Nella prova che tutti affrontiamo, nessuno si scoraggi, nessuno venga meno nella fede o dubiti della misericordia di Dio. Nel deserto, noi ritroveremo le orme di Cristo ed Egli camminerà con noi. Per amore di Cristo, nell'amore, sopportiamo ogni cosa per fede. "Attendi il Signore, fortificati, ed egli conforterà il tuo cuore. Spera pure nel Signore" (Salmo 27:14).

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20 luglio 2012 / 20 luglio 2021

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