Nella “parte 1” abbiamo approfondito il senso del sacrificio in adempimento alle promesse del Vecchio Testamento. Nella “parte 2” ci siamo soffermati sulle parole di Gesù rivolte a Maria Maddalena: “Non toccarmi …”, (Giovanni 20:17), cercando di comprendere perché a Maria dice “non toccarmi” mente l’apostolo Tommaso viene invitato a toccare il suo corpo. Adesso vogliamo soffermarci su quel motivo evidenziato da Gesù: “perché io non sono ancora salito al Padre mio …” (Giovanni 20:17). Le domande alle quali cercheremo di rispondere: 1) Perché Gesù non è ancora salito al Padre? 2) Salire al Padre perché? a fare cosa?
Punto 1. Luca ci dà una prima risposta “intorno a tutte le cose che Gesù prese a fare, e ad insegnare, infino al giorno ch’egli fu accolto in alto, dopo aver dati mandamenti per lo Spirito Santo agli apostoli, i quali egli aveva eletti. A’ quali ancora, dopo aver sofferto, si presentò vivente, con molte certe prove, essendo da loro veduto per 40 giorni, e ragionando delle cose appartenenti al regno di Dio” (Fatti degli Apostoli 1:1-3). Durante gli anni col Maestro, gli apostoli ed i seguaci avevano visto cose straordinarie ma molte cose erano ancora oscure; ed anche i loro cuori non erano ancora del tutto toccati dalla grazia che stava per compiersi. Nonostante l’essere stati con Gesù, la sua morte sulla croce getta sgomento, paura, sconforto e ognuno ritorna alla precedente occupazione di vita. Esattamente come profetizzato: “E Gesù disse loro: Voi tutti sarete scandalizzati in me questa notte; perché è scritto: Io percuoterò il Pastore, e le pecore saranno disperse. Ma dopo che sarò risuscitato, io andrò davanti a voi in Galilea” (Marco 14:27-28). Il più grande evento dell’eternità si era compiuto: il sacrificio di Cristo. Sempre per amore, Gesù stesso, non sale subito al Padre, ma si intrattiene con i suoi per una dispensazione speciale della sua presenza, del risorto, “primizia di coloro che dormono” (1 Corinzi 15:20), per dire ancora “io sono con voi in ogni tempo, fino alla fine del mondo. Amen” (Matteo 28:20). Per 40 giorni il Gesù risorto si stringe ai suoi per testimoniare il piano glorioso della salvezza e per preparare i discepoli al compito che li attende (Matteo 28:19-20). Gesù sa che nei decenni a seguire ma anche nei tempi che verranno, le prove e le sofferenze dei cristiani saranno gravose, umanamente non sopportabili (Giovanni 16). Per questo, conforta i suoi promettendo il Consolatore: “io ve lo manderò” (Giov. 16:7) quando sarò andato via, cioè salito al Padre. “ … ma voi sarete battezzati con lo Spirito Santo, fra qui e non molti giorni” (Atti 1:5), “e mi sarete testimoni … infino all’estremità della terra” (v. 8).
Punto 2. Trascorso questo tempo, Gesù “fu elevato … ed una nuvola lo ricevette, e lo tolse d’innanzi agli occhi loro” (Atti 1:9). Gesù sale al Padre per riprendere il proprio posto alle destra di Dio (Luca 16:20; Ebrei 8:1), per entrare “nella sua gloria” (Luca 24:26) in adempimento a tutte le Scritture del Vecchio Testamento. E viene al Padre “per comparire ora davanti alla faccia di Dio per noi “ (Ebrei 9:24), recando con sé il suo sangue purissimo sparso per l’umanità, olocausto perfetto, sacrificio di riconciliazione per un nuovo patto fondato su Cristo (Luca 22:20). Meravigliosamente Paolo, guidato dello Spirito Santo, scrive: “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Iddio, per Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 5:1). “Perché il salario del peccato è la morte" (Romani 6:23) ma Cristo sparge il suo sangue in riconciliazione (Ebrei 9:14-22) ed apre La Via che conduce al Padre. La resurrezione di Cristo ci testimonia che il Padre ha accettato il sacrificio e così anche l’adempimento della promessa dello Spirito Santo (Gioele 2:28-32; Giovanni 7:39). “Rendendo Iddio a ciò testimonianza, con segni, e prodigi, e diverse e potenti operazioni, e distribuzioni dello Spirito Santo” (Ebrei 2:4 – Atti 2:32-33). E per concludere, l’Apocalisse ci mostra il Cristo della Gloria: l’Agnello (5:6) sacrificato per noi ed il Leone della tribù di Giuda (5:5), il quale col suo “sangue ci ha comperati a Dio, d’ogni tribù, e lingua, e popolo, e nazione” (5:9).
A Dio tutta la gloria.
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