Pentecostali nel mondo

Roma, Giovedì 2 Maggio 2024 21:22

Cristo, l’offerta al Padre per l’umanità (parte 1)

Cristo, l'offerta al Padre per l'umanitàIl quale, essendo in forma di Dio, non reputò rapina l’essere uguale a Dio. E pure annichilì se stesso, presa forma di servo, fatto alla somiglianza degli uomini; e trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, essendosi fatto ubbidiente infino alla morte, e la morte della croce (…) e che ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre” (Filippesi 2:6-11). Quello che noi traduciamo “annichilì” deriva dal greco kenosis che indica lo svuotare. Cristo Gesù, pur essendo Dio (Giovanni 10:30), non rimase arroccato nella propria Maestà ma si svuotò della propria essenza divina, deponendo se stesso al Padre quale sommo sacrificio del riscatto, della giustificazione e della riconciliazione (Romani 5:1). Cristo, vero Dio, lascia il trono celeste per divenire uomo, uno di noi, “uomo di dolori” (Isaia 53), per tracciare ancora la Via della Verità (Giovanni 14:6) in adempimento alla promessa delle origini (Genesi 3:15). Cristo viene tra noi, cammina, opera, testimonia del Padre, esattamente come le profezie dell’Antico Testamento avevano anticipato (Luca 24:25). E seguendo il rituale levitico, Cristo si presenta a Giovanni Battista; l’Agnello davanti all’unico sommo sacerdote (perché discendente di Aronne - Luca 1:5) per essere infine innalzato sulla croce in sacrificio al Padre per l’umanità (Isaia 53:10). Come nel rituale levitico il sommo sacerdote offre l’agnello per il popolo, Cristo – l’Agnello purissimo senza macchia – viene offerto dal sommo sacerdote rappresentato dal popolo d’Israele: “Pilato disse loro: che farò dunque di Gesù, detto Cristo? Tutti gli dissero: sia crocifisso” (Matteo 27:22); “E tutto il popolo, rispondendo, disse: sia il suo sangue sopra noi, e sopra i nostri figliuoli” (27:25). Ma dopo tre giorni, Cristo resuscita e questo ancora ci testimonia di come il Padre ha ricevuto ed accettato il sacrificio. Dopo la Via della Verità, la Vita eterna è il dono della grazia per chi crede.

A seguire, parte 2: il Cristo della gloria. Dalla resurrezione alla destra del Padre.

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Io sono restato solo

io sono restato soloio sono restato solo” (1 Re 19:14). Elia è chiamato il profeta del fuoco per come Dio lo usa potentemente per manifestare la sua gloria. Nonostante ciò, qui ritorna una costante umana: la debolezza dell’uomo, la fragilità della carne. Sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento, Dio ha sempre manifestato la sua potenza e non solo nella evidenza della maestà del creato: il Mare si apre, i malati guariscono, il fuoco scende, i morti resuscitano, i pani ed i pesci si moltiplicano, il vento e le onde si quietano … ma tanta potenza viene subito dimenticata e la paura, lo sconforto, la debolezza prendono il sopravvento. Il cammino cristiano è tutt’altro che facile; per questo, Paolo confermava gli animi de’ discepoli “confortandoli di perseverar nella fede, ed ammonendoli che per molte afflizioni ci conviene entrare nel regno di Dio” (Atti 14:22). Il cammino è fatto di tanto deserto, il popolo d’Israele lo conosce bene, i profeti lo conoscono, Giovanni Battista e anche Cristo non inizia il proprio ministero se non prima attraversando il deserto, dove lo Spirito Santo in persona lo ha condotto (Matteo 4:1). Umanamente, può allora capitare (e succede) di sentirsi soli. Soprattutto nel momento in cui vediamo tanti “grandi” uomini di Dio essere passati dall’altra parte; chi scrive ha in mente servi come Leonard Ravenhill, Aiden W.Tozer, Martyn Lloyd Jones, David Wilkerson, Charles Greenaway, Bob Jennings …; soprattutto quando vediamo la povertà spirituale in mezzo a noi, se non falsi profeti e false dottrine. Ma il Signore rispose ad Elia, come ancora oggi risponde a noi: “or io ho riserbati in Israele settemila uomini, che sono tutti quelli le cui ginocchia non si sono inchinate a Baal, e la cui bocca non lo ha baciato” (1 Re 19:18). Il verso (19) continua: “Ed Elia si partì di là”. Le sensazioni ed i sentimenti umani ci tradiranno cercando di fermarci. Ma Dio conferma che sempre mantiene vivo un popolo che lo adora e cammina in fedeltà e ci incoraggia ad andare avanti per la Via della Verità. Tanto più oggi per noi, figli della grazia, questo è l’incoraggiamento e la promessa: “Io sono con voi in ogni tempo, infino alla fine del mondo. Amen” (Matteo 28:20).   

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Il segreto dell'apostolo Paolo

il segreto dell'apostolo PaoloPerché Paolo si esprime dicendo: non voglio sapere altro se non di Cristo e di Cristo crocifisso? (1 Corinzi 2:2). Paolo era israelita, della tribù di Beniamino (Romani 11:1 – Filippesi 3:5), fariseo quanto alla legge, osservante sino al punto da perseguitare quanti predicavano Cristo come Messia e Salvatore. Quando Stefano a motivo della testimonianza viene lapidato, le sue vesti vengono poste ai piedi di Saulo (Atti 7:58). Ma Saulo viene folgorato sulla via di Damasco, incontra la grazia che si chiama Cristo, il Messia, e diviene Paolo, ripieno dello Spirito Santo (Atti 13:9). 1) Paolo era un uomo colto, profondo conoscitore ed osservante della legge. Ma comprende che la grazia sopravanza ogni umana conoscenza, che Cristo è la Via, la Verità e la Vita e che “chiunque crede è giustificato per mezzo di lui" (Atti 13:39). 2) Paolo conosce la malvagità umana, prima di tutto perché ha consapevolezza della propria malvagità, ricorda chi era (1 Timoteo 1:13) e chi è adesso in Cristo (Romani 1:1 – 15:15-16 – Filippesi 1:17 – 1 Timoteo 1:12). 3) Paolo conosce il mondo e la mondanità, conosce le opere della carne (Galati 5:19). 4) Paolo sa che anche in mezzo a quanti si dicono discepoli, fratelli e credenti molti sono falsi cristiani, falsi fratelli (Galati 2:4), falsi profeti, falsi apostoli (2 Corinzi 11:13 e 26), molti insinuano false dottrine contrarie  all’evangelo di Cristo (Galati 1:6-12) e molti predicano l’evangelo per guadagno e vanagloria personale (1 Timoteo 6:5). 5) Paolo ha sperimentato la sovranità di Cristo, ha compreso che nella debolezza si manifesta la potenza di Dio (2 Corinzi 12:7:10), onde non insuperbire nella carne. La sua grazia ci basta. Il segreto della vittoria di Paolo è una vita completamente arresa a Cristo, una vera nuova nascita: “Io son crocifisso con Cristo; e vivo, non più io, ma Cristo vive in me” (Galati 2:20). Ciò che ricerca è “il medesimo sentimento di Cristo” (Filippesi 2:5) e “la mente di Cristo” (1 Corinzi 2:16); per questo, “a me il vivere è Cristo, e il morire guadagno” (Filippesi 1:21). Paolo sperimenta la potenza dello Spirito Santo. Lo stesso Spirito Santo che ha resuscitato Cristo dai morti opera in Paolo; per questa potenza “Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica” (Filippesi 4:13). Paolo sta dicendo: per l’amore di Cristo e per la potenza dello Spirito Santo io posso sopportare ogni cosa, ogni persecuzione, ogni ingiuria, ogni dolore, ogni amarezza, ogni tradimento, ogni mancanza; io posso, per la potenza che viene dall’alto, accostarmi al monte della santità, gridare Abba Padre, aprire bocca e testimoniare l’eccellenza di Cristo, pregare per la salvezza e la guarigione dei miei fratelli, non rispondere alle offese quando è il momento di tacere … perché sono stato acquistato col sangue di Cristo e sono cittadino del regno dei cieli, dove Cristo è il Re dei re. Per tutto questo, io Paolo, non voglio sapere altro se non di Cristo.

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2018. Ricominciamo da Cristo

2018. Ricominciamo da CristoPerciocché io non mi ero proposto di sapere altro fra voi, se non Gesù Cristo, ed esso crocifisso” (1 Corinzi 2:2). Su questo punto, Paolo insiste in tutte le sue lettere: “noi non ci confidiamo in noi stessi, ma in Dio, il quale risuscita i morti” (2 Corinzi 1:9). Paolo ha ben chiara la situazione dell’uomo, la sua natura peccaminosa e mortale. Ma ha sperimentato ed è fedele testimone della potenza e della gloria di Cristo che morendo per l’umanità ha spezzato le catene delle tenere per dare luce, speranza e vita eterna. Paolo sa bene che Cristo è l’unica speranza per l’uomo ed arriva a comprendere per grazia che le cose del mondo sono danno “per l’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale io ho fatta perdita di tutte queste cose … affinché io guadagni Cristo” (Filippesi 3:7-8). Non facciamoci distrarre dalle cose di questo mondo ma volgiamo lo sguardo a Cristo. Non siamo chiamati a giudicare il mondo ma a testimoniare con spirito di servizio dell’amore di Cristo e del Vangelo della grazia. Qualunque cosa accada ancora in questo anno, rimaniamo ai piedi del Maestro confidando in Lui. “… Cristo abiti ne’ vostri cuori per la fede. Affinché, essendo radicati, e fondati in carità, possiate comprendere, con tutti i santi, qual sia la larghezza, e la profondità, e l’altezza, e conoscer la carità di Cristo, che sopravanza ogni conoscenza; affinché siate ripieni fino a tutta la pienezza di Dio” (Efesi 3:18-19). Oh Signore, dacci ancora questa attitudine di vita, perché vogliamo conoscerti di più e realizzare la pienezza di Spirito Santo nelle nostre vite. Dio benedica e fortifichi tutti i santi sparsi nel mondo e ciascuno possa essere usato nella propria terra quale strumento di benedizione per gli altri alla gloria di Dio.

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Il Leone della tribù di Giuda

il Leone della tribù di Giuda"Non piangere; ecco il Leone, che è della tribù di Giuda, la Radice di Davide, ha vinto, per aprire il libro, e sciogliere i suoi sette suggelli" (Apocalisse 5:5). Nella persecuzione e profonda sofferenza del primo secolo dei cristiani, il Signore chiama l'apostolo Giovanni sull'isola chiamata Patmo e consola i suoi figliuoli con parole d'amore e di certezza. L'Apocalisse ha in sè tutti i tempi, fino alla fine del mondo: era un messaggio per quel tempo della scrittura, è un messaggio ancora oggi per noi ed è un messaggio per le generazioni a venire, fino a quando Dio vorrà. L'Apocalisse ci mostra il trionfo di Cristo, il Cristo della gloria, "poichè da lui, e per lui, e per amore di lui, son tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno" (Romani 11:36). Possono venire malattie, venti di guerra, tempeste, crisi finanziarie ... qualunque cosa accada, Dio ha tutto sotto controllo. L'opera della salvezza passa da Israele che ha dato il bambino al mondo. Cristo è morto, ha pagato il prezzo della riconciliazione (Romani 5:1) per tutti noi peccatori ed è risorto, per essere il Vivente nel nostro mezzo. Chiunque tu sia: non piangere!, non abbatterti, Cristo ha già vinto anche per te. Se attraversi una condizione difficile, non rassegnarti, non piangerti addosso, ma reagisci, grida a Cristo, grida al Creatore, leggi la Parola di Dio, credi, conosci Cristo e servi Cristo secondo l'Evangelo della grazia. Se Dio si è usato di Israele per portare il bambino al mondo, la chiesa è chiamata a servire e testimoniare di Cristo al mondo. Non piangere ma gioisci dell'amore di Cristo, trova pace e forza nella "radice e la progenie di Davide; la stella lucente e mattutina" (Apocalisse 22:16).

"E lo Spirito e la sposa dicono: Vieni. Chi ode dica parimenti: Vieni. E chi ha sete, venga; e chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita" (Apocalisse 22:17).

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