Io ho nome Legione

"E Gesù gli domandò: Quale è il tuo nome? Ed esso rispose, dicendo: Io ho nome Legione, perché siamo molti" (Marco 5:9). L’inferno è descritto 11 volte da Gesù nei Vangeli e Giovanni nell’Apocalisse lo descrive come lo “stagno del fuoco ardente di zolfo” (19:20). Nella Parola è chiara la divisione tra il bene ed il male, incarnato dal regno delle tenebre di Satana. Paolo invita i fratelli a rivestirsi della completa armatura di Dio perché il nostro combattimento è contro le “tenebre di questo secolo, contro agli spiriti maligni” (Efesi 6:12; vedi anche 1 Corinzi 10:21-22). Al tempo di Gesù, la possessione demoniaca era un fenomeno noto, ricorrente e terrificante allorquando si manifestava in aspetti violenti e degradanti della condizione umana, come nel passo in esame dell’indemoniato Gadareno. Ma il Messia è vero Dio e vero uomo, ed anche i demoni riconoscono la maestà di Cristo e la loro sottomissione. Ed il passo si conclude con una piena liberazione: l’uomo restituito alla sua dignità di essere umano, “vestito” e “di buon senno” (verso 15) e, soprattutto, riconoscente verso il proprio Liberatore. Quando lo spirito maligno entra prende il sopravvento, domina tutto l’essere fino ad una piena schiavitù. Il passo del Gadareno riporta delle manifestazioni violente, dei segni evidenti del controllo del maligno ma non sempre è così, nel senso che può esserci anche possessione senza l’evidenza esteriore. Durante l’ultima cena, “Satana entrò in lui” (Giovanni 13:27). L’evangelista ci racconta che Giuda Iscariot ebbe un comportamento tranquillo, tant’è che se ne andò senza destare alcuna preoccupazione negli altri apostoli. Giuda, pur vivendo a stretto contatto col Maestro, aveva aperto una porta pericolosa: quella dell’avidità del proprio cuore: “Che mi volete dare, ed io ve lo darò nelle mani? Ed essi gli pesarono trenta sicli d’argento” (Matteo 26:15). Ci sono porte pericolose che non bisogna aprire ed alle quali neppure ci si può avvicinare, ieri come anche oggi. Le manifestazioni possono essere diverse ma resta la dominazione della mente e del cuore, con una spirale di morte, seppure in una apparenza di normalità. Pensiamo oggi a quanti, anche giovani, per curiosità e magari in buona fede si avvicinano a forme di divinazione, di spiritismo, di occultismo, di idolatria, tutte cose chiaramente condannate dalla Parola di Dio e destinate ad avere conseguenze negative, nel corpo e nello spirito. Cari giovani, state lontani da queste esperienze perché esserne risucchiati, rimanere intrappolati e devastati è un attimo; non giocate con la vostra vita passandola per il fuoco. “Non vi rivolgete agli spiriti di Pitone, e agli indovini; e non li domandate, per contaminarvi con essi. Io sono il Signore Iddio vostro” (Levitico 19:31; vedi anche Deuteronomio 18:10-14). “Se vi si dice: consultate quelli che evocano gli spiriti e gli indovini, quelli che sussurrano e bisbigliano, rispondete: Un popolo non dev’egli consultare il suo Dio? Si rivolgerà egli ai morti a pro de’ vivi?” (Isaia 8:19). L’amore per il denaro può essere una porta pericolosa: fu quella che costò la vita a Giuda Iscariot ma anche al giovane ricco che perse l’appuntamento con la grazia per rimanere attaccato alle proprie ricchezze (Matteo 19:16-22). Il desiderio, la bramosia di accumulare denaro e ricchezze è paragonato all’ammassare “spesso fango” su di sé (Abacuc 2:6): “e che giova all’uomo se guadagna tutto il mondo e fa perdita dell’anima sua?” (Marco 8:36).  Tante missioni in giro per il mondo predicano Cristo nella povertà e con estrema carenza di mezzi. La tasca è uno dei luoghi preferiti dalla Legione, anche tra coloro che si professano cristiani: il cuore si converte presto ma la tasca fa resistenza (attaccamento al denaro, alle cose). Ricordiamoci di Cristo che diede tutto se stesso per noi. Camminiamo per la Via della Verità secondo gli insegnamenti della Parola di Dio ed il suo amore ci guardi ed accompagni, preservandoci da ogni maligna tentazione.   

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