Anche in tempo di crisi, confidiamo in Cristo
In questo tempo di profonda crisi anche per i cristiani, continuiamo a riguardare Cristo ed a confidare nel Padre nostro. Nessuna cosa ci colga di sorpresa; tutto è scritto nella Parola, e benchè forestieri per sentieri deserti, il vento e l'arsura colpiscono anche noi. Ma Colui che è per noi e con noi è più forte del mondo ed ha vinto di una conquista scritta prima della fondazione del mondo. Gesù stesso ha inciso nei nostri cuori le sue parole di conforto e di speranza: "... abbiate pace in me; voi avrete tribolazione nel mondo; ma state di buon cuore, io ho vinto il mondo" (Giovanni 16:33). In questi tempi malvagi, andiamo avanti per la Via tracciata da Cristo, senza scoraggiarci; e noi avremo pace e vittoria, perchè fedele è colui che ha fatto le promesse. Per questo, l'apostolo Paolo insiste: "Rallegratevi del continuo nel Signore; da capo dico, rallegratevi" (Filippesi 4:4). Ricerchiamo ancora di più la sua presenza in mezzo a noi, affinchè cresca la nostra conoscenza di Lui e della sua volontà, insistendo nella Parola e nella preghiera. E quand'anche vi fossero ladroni nel tempio, Dio ci liberi dai falsi fratelli che usano il nome di Cristo e la pietà come fonte di personale guadagno. Quanto a me, non voglio sapere altro se non di Cristo e di Cristo crocifisso. Preghiamo gli uni per gli altri perchè Dio ci preservi e ci porti avanti di valore in valore, alla Sua Gloria.
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"PADRE Nostro che sei ne' cieli ..." (Matteo 6:9). Tutti siamo creature di Dio. Ma coloro che credono in Cristo e lo hanno sperimentato nella propria vita come personale Salvatore hanno il diritto di rivolgersi a Dio chiamandolo Abba Padre; perchè "abbiamo ricevuto lo Spirito d'adottazione, per il quale gridiamo: Abba Padre" (Romani 8:15). "E se siamo figliuoli, siamo ancora eredi, eredi di Dio, e coeredi di Cristo" (8:17). Nessuno si senta orfano ma amato di un Amore che ha le radici avanti della fondazione del mondo, "poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito figliuolo affinchè chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16). Il figlio riconosce il Padre ed il Padre conosce il figlio, e lo ama di un amore unico, intenso, profondo, tanto profondo sino alla Croce. Questa è una certezza. Il Padre conosce ogni cosa e tutto è nelle sue mani. Il Padre scruta i cuori, protegge, consola, conforta, provvede ai bisogni. Il Padre ama; anche quando la distanza aumenta, il Padre continua ad amare, e le sue braccia sono sempre pronte a perdonare e riabbracciare, per quell'amore della Croce che mai verrà meno. "Signore, a chi ce ne andremmo? tu hai le parole di vita eterna" (Giovanni 6:68).
"PADRE NOSTRO che sei ne' cieli, sia santificato il tuo nome" (Matteo 6:9). Per chi vuole essere discepolo di Cristo, ci sono due momenti fondamentali. Il ravvedimento e la nuova nascita - che portano alla giustificazione (Romani 5:1) - e la preghiera. Il sacrificio sulla Croce ci apre la Via e ci conduce al Padre. Allora, come parlare al Padre? Gesù stesso ci raccomanda il modo di pregare, l'attitudine richiesta a chi si accosta al Signore; il quale è Padre perchè tramite Cristo siamo diventati suoi figliuoli; "...avete ricevuto lo Spirito d'adottazione, per il quale gridiamo: Abba, Padre" (Romani 8:15). Questo ci parla di certezza, perchè un padre riconosce suo figlio, ed il figlio riconosce il padre. Ma anche rapporto, sottomissione, obbedienza, autorità, giustizia, amore. Umanamente, un padre può anche essere miserabile. Ma il testo specifica subito: "che sei ne' cieli". E questo identifica Dio, il buon Padre, la maestà e la unicità di Colui che è il creatore dell'universo, l'Eterno, l'Onnipotente. Dall'alto de' cieli, dall'alto della sua maestà, Egli conosce ogni cosa, i suoi occhi scorrono la terra, e niente di ogni uomo gli è occulto, perchè tutti conosce da prima della fondazione del mondo e perchè di ogni uomo ha scrutato l'anima già nel ventre, mentre le ossa prendevano forma. Amore del Padre che dalla sua maestà, dalla sua altezza de' cieli ci ha raggiunti nelle nostre bassezze per mezzo di Cristo: "Poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinchè chiunque creda in lui non perisca ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16). Quel regno celeste, è anche la nostra patria eterna, perchè la promessa è che noi lo vedremo "faccia a faccia". " I quali per fede vinsero regni, operarono giustizia, ottennero promesse ..." (Ebrei 11:33).
"... se avete fede quanto un granel di senape, voi direte a questo monte: passa di qui a là, ed esso vi passerà; e niente vi sarà impossibile" (Matteo 17:20). Spesso capita di sentire persone che dichiarano di avere una grande fede. Questo comporta 3 ordini di problemi. 1) Nessun uomo ha una grande fede. Gesù stesso dichiara che già una minuscola fede sarebbe in grado di spostare le montagne. E ancora non ho visto uomo in grado di farlo. Un vero uomo di fede non direbbe mai di avere una grande fede, pittosto, come il pubblicano, si batte il petto dicendo: "O Dio, sii placato verso me peccatore" (Luca 18:13). 2) La seconda domanda è: fede in chi? e in cosa? molti onorano Dio soltanto con le labbra ma senza il cuore (Matteo 15:8-9), perchè in realtà non lo hanno mai conosciuto come proprio personale salvatore e la loro vita non è trasformata dalla Croce e tutt'al più "hanno lo zelo di Dio, ma non secondo conoscenza" (Romani 10:2). E questo ci porta al terzo problema: 3) "La fede viene dunque dall'udire, e l'udire viene dalla Parola di Dio" (Romani 10:17). Senza cioè la lettura della Bibbia non può esserci conoscenza di Cristo e non può esserci fede, perchè ancora oggi Dio parla agli uomini attraverso la sua Parola. Allora, dirsi cristiani, mettersi l'etichetta religiosa, non serve a niente. Conoscere Cristo attraverso una reale esperienza di fede (Giovanni cap. 3, Nicodemo), attraverso il riconoscersi peccatori ed una nuova vita in Cristo, questo ci porterà su quell'unica Via della Verità che farà crescere in noi la vera fede. Una piccola vera fede fondata sulla Parola sarà già tanto. Dio ci aiuti a coltivare giorno per giorno questa piccola fede ed essere servi fedeli ed ambasciatori di Cristo, ancora oggi, in questo tempo. A Dio la gloria.
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