Pentecostali nel mondo

Roma, Martedì 21 Maggio 2024 23:41

Ostaggio senza via d’uscita, per te c’è speranza

C'è vita in CristoOgni uomo è sotto la maledizione del peccato. “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” (Romani 3:23). Nessun uomo, né del passato, né del presente, né a venire, può dirsi fuori da questa condizione: l’essere peccatore. La conseguenza è che: “Il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23). Tutti siamo ostaggio del peccato e votati alla morte. Ma una speranza c’è, una via è stata tracciata. “Poiché Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinché chiunque crede in Lui non perisca ma abbia la vita eterna” (Giovanni 3:16). Ovvero, come Gesù ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). E come sottolineato dall’apostolo Paolo: “Non vi è altro nome sotto il cielo per il quale noi possiamo essere salvati” (Atti 4:12). L’uomo che crede in Cristo e sperimenta la nuova nascita (Giovanni cap. 3) riceve per grazia il dono della salvezza e come Cristo è resuscitato, primizia tra i morti, così un giorno risusciterà a vita eterna per godere l’eternità con il Padre. Questa è la beata speranza del cristiano, la certezza che si afferra per fede in Colui che ha fatto le promesse. Attenzione ai predoni dell’anima che vogliono manipolare la Parola di Dio e introdurre dottrine false, addolcite da falsi buonismi. Il Signore ci guardi: c’è una sola Via per la salvezza ed è CRISTO. Il primo passo è la lettura della Bibbia, perché “la fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della Parola” (Romani 10:17). Il secondo è riconoscersi peccatori destinati a morte. Il terzo, abbracciare la grazia di Cristo che ha riscattato le nostre vite a prezzo del proprio sangue sparso sulla croce. Dopo aver trovato la Via (Cristo) e la Verità (la Parola), ci aspetta una vita di progressiva santificazione, cioè di comunione sempre più intima con Dio e che al traguardo porterà il grande premio della vita eterna alla Sua presenza.

Dove stiamo andando o cosa stiamo facendo? Ce lo ha detto il Signore?

Dove stiamo andando?Noi camminiamo per i nostri desideri, per visioni e progetti umani. Poi, questi “progetti senza Dio”, anche se ispirati dalla buona fede, falliscono miseramente. Quante chiese aperte e chiuse per carenze di fondi, quante missioni, quante cadute, quante delusioni, quante imprese abbandonate … perché non erano nella volontà di Dio ma soltanto nei piani dell’uomo.  A volte, abbiamo fretta e partiamo, quando l’Eterno ci dice di aspettare; altre volte, rimaniamo fermi quando ci parla di andare nel Suo nome. Il Signore ha sempre parlato chiaramente al suo popolo, tanto nel Vecchio quanto nel Nuovo Testamento; e così Gesù, dando sempre istruzioni precise su cosa fare, su dove andare, su ogni scelta della vita e soprattutto dicendoci di cercare PRIMA di ogni altra cosa il regno di Dio (Matteo 6:33). Gesù non muoveva un passo se non riceveva una parola dal cielo. “Le cose che ho udito da Lui, le dico al mondo … non faccio nulla da me stesso, ma dico queste cose come il Padre mi ha insegnato” (Giovanni 8:26-28). Lo Spirito Santo ti guiderà alla conferma nella Sua Parola. Tutto ciò che Dio dice deve allinearsi con la Sua Parola in ogni punto. Padre, aiutaci ad essere sensibili alla Tua voce, aiutaci ad ubbidire alla Tua volontà, aiutaci ad essere degni dell’Evangelo per la grazia che in Cristo ci è stata concessa. Aiutaci oh Signore a camminare per la Via della Verità che conduce alla Vita eterna.    

La morte nei pensieri. L'Attraversamento.

Attraversare la morteCome affrontano gli uomini il pensiero della morte? Osserviamo la morte nei pensieri del cristiano e nei pensieri del non cristiano per capire la diversa e radicale differenza. Il non cristiano fa tutto ciò che può senza pensare al mondo futuro; la sua ricerca del piacere è tutta una grande macchinazione per evitare di pensare alla morte e all’aldilà, nel tentativo di colmare il vuoto che preme sull’anima. Non c’è nulla che il non cristiano odi tanto quanto il parlare della morte e dell’eternità. Al contrario, per il vero cristiano, la vita è governata da pensieri riguardanti il cielo e il mondo futuro. Perché ha fatto una esperienza straordinaria di nuova nascita in Cristo, perché ha conosciuto il Maestro e perché ha scelto di seguire la Via della Verità che conduce alla Vita Eterna. “Perché non abbiamo quaggiù una città stabile ma, cerchiamo quella futura” (Ebrei 13:14). Il cristiano sa per fede che “Cristo è risuscitato … per mezzo di un uomo è venuta la resurrezione dei morti .. poiché, come tutti muoiono in Adamo, così anche in Cristo saranno tutti vivificati” (I° Corinzi 15:20-22). Per tale certezza nella Parola di Dio e per la Sua fedeltà, “nell’amore non c’è paura; anzi l’amore perfetto caccia via la paura..” (I° Giovanni 4:18). Se ci definiamo cristiani e poi il pensiero della morte ci spaventa, c’è qualcosa da rivedere nella nostra personale esperienza con Cristo. Il cristiano, come l’apostolo Paolo, dice: “non sono più io che vivo ma è Cristo che vive in me” (Galati 2:20) e “per me vivere è Cristo e morire è guadagno” (Filippesi, 1:21). Come fa Paolo a pronunciare simili parole? Nell’epistola agli Ebrei ci viene detto che “per la gioia che gli era posta dinanzi Egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia” (12:2); allo stesso modo, il cristiano prova già oggi gioia per la salvezza in Cristo e per il premio posto dinanzi e per questo, sopporta ogni cosa: “rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli” (Matteo 5:12). In conclusione, i cristiani sono per attitudine proiettati alla vita eterna che l’attende e la morte è solo l’attraversamento dove le braccia di Cristo sono già pronte ad accoglierli per la gloria eterna al Suo cospetto.

Il Libro dei Giudici. Un richiamo al popolo di Dio di questi giorni.

Richiamo al popolo di DioIo non annullerò giammai in eterno il mio patto con voi. Ma voi altresì non patteggiate con gli abitanti di questo paese; disfate i loro altari; ma voi non avete ubbidito alla mia voce; che cosa è questa che voi avete fatta?” (Giudici 2:1-2). Il Signore aveva dato un nuovo paese ai figliuoli d’Israele e conoscendone il “collo duro” aveva comandato di non fare grazia alle nazioni conquistate, né di scendere a patti con loro. Invece, disubbidendo alla Parola di Dio, non solo non allontanarono gli abitanti ma iniziarono a “patteggiare”, a convivere, ad accettare i loro idoli e quindi la contaminazione delle cattive compagnie che corrompono i sani insegnamenti. Questo è quello che sta avvenendo nelle nostre chiese: tanti credenti che si raffreddano quanto alla fede, che allentano l’ubbidienza alla Parola, che iniziano ad assomigliare al mondo. “Così, perciocché tu sei tiepido, e non sei né caldo e né freddo, né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca” (Apocalisse, 3:16). Il Signore oggi sta parlando al suo popolo, perché Egli resta fedele e legato a quel popolo che ha acquistato al prezzo del sangue di Cristo. Ma il suo popolo è richiamato a non “patteggiare” con il mondo, a non confondersi con il mondo intorno. I credenti sono oggi richiamati ad una maggiore consacrazione, ad una vera santificazione; richiamati ad essere “sale della terra” e mostrare una testimonianza verace, degna dell’Evangelo di Cristo. Maranata.

 

E chinato il capo, rendè lo spirito.

In Cristo v'è guarigioneE chinato il capo, rendè lo spirito” (Giovanni, 19:30). E’ l’ultimo istante della vita terrena di Gesù che nel Suo essere pienamente uomo sperimenta quel momento del passaggio che inesorabilmente attende e tocca ogni uomo. Tante volte pensiamo che gli altri non possano comprendere quello che proviamo, quello che attraversiamo nelle nostre vite; ed è vero. Ma Cristo ha preso su di sé l’intera umanità e vissuto ogni condizione, come profetizzato da Isaia: “è stato uomo di dolori che ben conosce il patire … eppure Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori … è stato ferito per i nostri misfatti, fiaccato per le nostre iniquità; il castigo della nostra salvezza è stato sopra di Lui; e per le sue lividure noi abbiamo ricevuta guarigione” (Isaia 53: 3-5). Gesù è stato dunque vero uomo, dalla nascita, alla vita, alla morte, provando la sete, la fame, la fatica, il bisogno, la sofferenza, la compassione, la misericordia, la carità. Ma le porte dell’Ades (della morte) non l’hanno potuto vincere, e come Cristo è risorto, così anche i credenti un giorno resusciteranno in Cristo (v. Matteo 16:18 e Apocalisse1:18). Per noi che soffriamo, che siamo nelle difficoltà, nella malattia … manteniamo fede in Cristo sapendo che ogni dolore, ogni malattia Egli l’ha già portata ed inchiodata sulla croce. Cristo conosce il tuo pianto, Egli ha il controllo e Dio “non lascerà che siate tentati sopra le vostre forze; ma nella tentazione darà l’uscita, affinché la possiate sostenere” (I Corinzi 10:13). Perché è così? Perché la vostra prova di afflizione è già passata attraverso la croce ed è già stata sconfitta dal sangue di Cristo dal quale ancora oggi promana quella forza e quella potenza che ci aiuteranno ad uscire vittoriosi. Perché lo Spirito Santo che ha resuscitato Cristo d’infra i morti è lo stesso che opera ancora oggi in noi (Romani 8:11) e per questa potenza Paolo dirà ai Filippesi “io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica” (Filippesi 4:13).

Qualunque buio stiamo attraverso, Cristo ha già vinto per noi e non dubitiamo che Egli è all’opera perché FEDELE è Cristo che ha detto: “Io sono con voi in ogni tempo, fino alla fine del mondo” (Matteo, ultimo capitolo, ultimo verso).

Pace a voi in Cristo nostro Signore e Salvatore.   

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