decima in tempo di grazia?Tra le tante cose (spesso inutili) delle quali si discute nel mondo evangelico, la questione della decima sembra essere un argomento sempre verde. Se alcuno ritiene di essere tenuto alla decima, provveda di conseguenza. Chi scrive ritiene che in quanto salvati per grazia, non solo la decima, ma tutta la nostra vita, e quindi tutte le nostre cose e finanze, appartengano a Dio. "Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l'anima tua, e con tutta la mente tua. Quest'è il primo, e il gran comandamento" (Matteo 22:37-38). Se crediamo in Cristo e, come dice Paolo, siamo morti a noi stessi e risorti in Cristo a nuova vita, non c'è decima, perchè il 100% di noi e delle nostre finanze appartiene a Dio. Significativo il passo del giovane ricco (Luca 18:18-24); il quale osservava la legge ma il suo attaccamento al denaro costituiva un problema e nessuna decima fu sufficiente. Così anche "il quattrino della vedova" (Luca 21) posto in contrapposizione alla religiosità della decima. Come qualcuno ha detto, spesso il cuore si converte ma la tasca fa resistenza. Se c'è un posto dove quel demone chiamato "Legione" (Matteo cap. 5) può facilmente albergare, questo è proprio la tasca. MA "Dio ama un donatore allegro", Dio ama il suo figliuolo che confida in lui e pone tutto se stesso in Cristo, senza bisogno di calcolare decime o altro. Perciò, non condividiamo e non riteniamo conforme alla Parola il voler imporre la decima ai salvati per grazia. E qui appare opportuno allargare il tavolo di lavoro dottrinale con una precisazione: nell'Evangelo della Grazia NON c'è posto per la gloria umana. La gloria appartiene tutta a Cristo. Che non si trovi nel popolo di Dio, denominazione, pastore, fratello che utilizzi la pietà per scopi personali, che predichi un vangelo per arricchire. In questo tempo di profonda crisi economica - che anche i figliuoli di Dio si trovano a vivere, ed essendo in questo provati nel corpo e nello spirito - e con tante missioni e famiglie evangeliche in difficoltà, non è tempo di spendere in operazioni immobiliari o in eventi mondani, seppure fasciati di apparente cristianesimo. Rimaniamo attaccati al Fondamento, riguardiamo a Cristo, perfetto esempio di umiltà e di servizio, riguardiamo alla Chiesa degli Atti degli Apostoli e continuiamo a chiedere la guida e la potenza dello Spirito Santo, senza i quali invano si affaticano gli edificatori. Dio ci liberi dalla religiosità e dai tanti santoni che pure girano in mezzo a noi. Dio ci renda grazia di crescere di valore in valore, nella Via della Verità provveduta da Cristo, per arrivare quel giorno fedeli all'appuntamento e vedere Cristo faccia a faccia. 

Dia ciascuno secondo ciò che ha deliberato in cuor suo; non di mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore allegro. E Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia, affinché avendo sempre in ogni cosa tutto quel che vi è necessario, abbondiate in ogni opera buona (….) Sarete così arricchiti in ogni cosa onde potere esercitare una larga liberalità, la quale produrrà per nostro mezzo rendimento di grazie a Dio” (Seconda Lettera ai Corinzi, cap. 9, vers. 7 e segg.).

Voglio ringraziare il caro fratello in Cristo di Ancona, con il quale questo argomento è stato trattato e condiviso nel pieno amore di Cristo. Perchè la Verità della Parola ci unisce ed il Padre è il Padre Nostro. A Dio tutta la gloria.

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