Ritorniamo all'Evangelo apostolicoLa nostra vocazione, la nostra chiamata ha un obiettivo preciso ed un effetto conseguente. Accettare Cristo, mediante la nuova nascita, camminare secondo "la Via" indicata dal Maestro e dalla Parola di Dio (Bibbia). Per l'effetto, essere di benedizione per gli altri attraverso la testimonianza dell'Evangelo, affinché nuove anime possano abbracciare Cristo. Non è compito nostro salvare le persone; ma è nostro dovere di cristiani indicare Cristo il Salvatore. Nel cuore della teologia cattolico romana vi sono molte eresie, tra cui quella che ha portato un uomo al vertice di un consenso religioso. Ma la tradizione umana NON può superare e modificare la Parola di Dio e l'Evangelo della Grazia. E sulla Bibbia non ci può essere nessuna trattativa, nessuno scostamento, nessun accordo, nessuna umana intesa. L'essenza dell'amore cristiano è l'ubbidienza: "Chi ha i miei comandamenti e li osserva, quello mi ama; e chi mi ama sarà amato dal Padre mio.." (Giovanni, 14:21). L'ubbidienza che porta alla "santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore" (Ebrei, 12:14). “Chi dice: io l’ho conosciuto, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo, e la verità non è nel tale. Ma chi osserva la sua parola, l’amore di Dio è veramente compiuto nel tale; per questo conosciamo che noi siamo in lui. Chi dice di dimorare in Lui, deve, come Egli camminò, camminare egli ancora simigliantemente” (Prima Epistola di Giovanni, 2: 4-6)… “questo è l’amore di Dio, che noi osserviamo i suoi comandamenti” (5:3). Tanto che lo stesso apostolo Paolo mette in guardia i credenti dalle false dottrine degli uomini vendute come vangelo: "Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunziato, sia anatema" (Galati, 1:8). E' allora nostro dovere in Cristo essere sentinelle ed invitare ogni appartenente alla chiesa cattolico-romana - dal suo vertice all'ultimo cattolico - ad un ritorno all'Evangelo apostolico, senza il quale non vi è cristiano e non vi è salvezza. Il nostro posto è ai piedi della Croce, al centro della volontà di Dio, né a destra, né a sinistra.

La nostra testimonianza, il nostro invito, la nostra costanza e perseveranza nell’annunciare Cristo e l’Evangelo adempiono la missione della vedetta (Ezechiele, cap. 33).

“… io ti ho costituito vedetta alla casa di Israele; ascolta dunque la parola della mia bocca, ed ammoniscili da parte mia. Quando io avrò detto all’empio: empio, di certo tu morrai; e tu non avrai parlato, per ammonire l’empio che si ritragga dalla sua via, esso empio morrà per la sua iniquità; ma io ridomanderò il suo sangue dalla tua mano. Ma se tu ammonisci l’empio ch’egli si converta dalla sua via, ed egli non se ne converte, egli morrà per la sua iniquità; ma tu avrai scampata l’anima tua” (Ezechiele, cap. 33, versi 7-9).

Un giorno, tutti saremo davanti al Trono della Grazia e ciascuno sarà giudicato per raccogliere ciò che avrà seminato in vita. Niente tempi supplementari, nienti recuperi, niente intercessioni. In quell'ora, ci presenteremo come Suoi figliuoli degni dell'Evangelo o ci presenteremo come pezzenti che non hanno voluto accettare il dono della grazia in Cristo?

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio, che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo, e in nome tuo cacciati i demoni, e fatte in nome tuo, molte potenti operazioni? Ma io allora protesterò loro: Io non vi conobbi giammai; dipartitevi da me, voi tutti operatori d’iniquità” (Matteo, 7:21-23).  

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.