Eben-ezer. Il Signore ci ha soccorsi fino a questo luogo
Un altro anno ci lascia e ancora possiamo dire Eben-ezer, "il Signore ci ha soccorsi fino a questo luogo" (1 Samuele 7:12). Egli è stato fedele "ed aiuto prontissimo nelle distrette" (Salmo 46:1). Il tutto dell'uomo è conoscere Cristo. Se ancora non hai fatto questa meravigliosa esperienza, tu lo sai. Ancora oggi è tempo di grazia; ancora oggi, tu puoi conoscere Cristo e ricevere una nuova vita in dono. Per quanti sono fratelli in Cristo, l'esortazione è quella di Matteo 25:13: "Vegliate, dunque, poichè non sapete nè il giorno, nè l'ora, che il Figliuol dell'uomo verrà". L'imminenza del ritorno di Cristo, nella quale noi crediamo, ci spinga a vegliare e vivere in modo sobrio, temperato ed in santità, sospinti dallo Spirito Santo. "PADRE NOSTRO, che sei ne' cieli, sia santificato il tuo nome, il tuo regno venga, la tua volontà sia fatta in terra, come in cielo. Dacci di giorno in giorno il nostro pane quotidiano. E rimettici i nostri peccati; perciocchè ancor noi rimettiamo i debiti ad ogni nostro debitore; e non indurci in tentazione, ma liberaci dal maligno" (Luca 11:2-4).

La chiesa apostolica - come descritta dall'evangelista Luca negli Atti degli Apostoli - era formata da uomini e donne che non avevano nulla ma avevano tutto. L'apostolo Pietro potè dire: "io non ho nè argento nè oro; ma quel ch'io ho te lo dono: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareo, levati e cammina" (Atti 3:6). "E i discepoli erano ripieni di allegrezza, e di Spirito Santo" (Atti 13:52): uomini perseguitati e molti destinati al martirio, maltrattati, derisi, ingiuriati dal mondo, ma ripieni della potenza dello Spirito Santo per la quale i demoni erano scacciati, i malati guarivano, i morti resuscitavano ed il profumo di Cristo era sparso per le contrade con ogni franchezza e molti ricevevano la Parola e venivano battezzati. Nel dolore del cammino, la gioia era più grande, perchè Cristo camminava con loro, "e il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati (Atti 2:47). Quei fratelli non avevano niente ma avevano tutto. Oggi noi abbiamo tutto ma non abbiamo niente. Parliamo della Parola senza praticarla; parliamo di Cristo senza conoscerlo; siamo distratti, deboli e mancanti; a stento riusciamo a trascinare noi stessi a Cristo per portare l'elenco delle nostre richieste materiali. I pastori cercano di accrescere se stessi e prosperano vanità, orgoglio ... predicano sul risveglio e metà della chiesa si addormenta e l'altra metà esce assonnata. "... e le mura di Gerusalemme restano rotte, e le sue porte arse col fuoco. (...) Noi ci siamo del tutto corrotti inverso te, e non abbiamo osservati i comandamenti, gli statuti e le leggi ..." (Neemia 1:3,7). Signore abbi pietà di noi! Risveglia il tuo popolo, i tuoi figliuoli, uno ad uno, battezza di Spirito Santo, suscita nuovi profeti, discepoli, servi fedeli, altre voci che possano ancora gridare nel deserto: "Addirizzate la via del Signore (...) Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo" (Giovanni 1:23,29).
Di cosa hai bisogno? più di ogni altra cosa, noi abbiamo bisogno di Cristo. Questo è il nostro spazio; questo è il nostro tempo; non possiamo attraversare questa vita senza fare l'esperienza più straordinaria e profonda che ci è stata offerta: conoscere Cristo. Non mi interessa una religione, una organizzazione o una denominazione o un insieme di pratiche, regole o filosofie. Conoscere Cristo! il Suo Vangelo, la Sua Parola, il Suo Amore, la Sua mente. Conoscere Cristo, come lo conoscevano gli apostoli, come lo conosceva Giovanni il Battista che arriva a dire "conviene che Egli cresca e che io diminuisca" (Giovanni 3:30) ed ancora Paolo che dice "io son crocifisso con Cristo; e vivo, non più io, ma Cristo vive in me" (Galati 2:20), "poichè l'amore di Cristo ci possiede" (2 Corinzi 5:14). E' per il Suo sacrificio che noi siamo giustificati, perdonati, riconciliati per essere in pace presso Dio (Romani 5:1) ed avere poi la pace di Dio (Filippesi 4:7). Cerca Cristo, credi in Cristo, conosci Cristo! "Se tu puoi credere, ogni cosa è possibile a chi crede"(Matteo 9:23). Ma come faccio ad avere fede? "La fede viene dall’udire e l’udire si ha per mezzo della Parola" (Romani 10:17); apri la Bibbia, apri il tuo cuore e cerca con semplicità ed umiltà. Perchè fedele è Colui che ha detto: "Ecco, io sto alla porta, e picchio; se alcuno ode la mia voce, ed apre la porta, io entrerò a lui, e cenerò con lui, ed egli con me" (Apocalisse 3:20).
Nella vita di Gesù ci sono due particolari momenti di profonda solitudine e dolore. Il tempo nel deserto (la tentazione) e gli ultimi istanti di vita, sino alla crocifissione. Il deserto parla di per sè di solitudine e di combattimento spirituale e fisico. Nel Ghetsemane, al di là del torrente di Chedron, l'anima di Gesù è avvolta da tristezza mortale "ed Egli, essendo in agonia, orava vie più intensamente; e il suo sudore divenne simile a grumi di sangue, che cadevano in terra" (Luca 22:44). Sulla croce, prima di spirare, Gesù griderà: "Eli, Eli, lamma sabactani? cioè: Dio mio, Dio mio, perchè mi hai lasciato?" (Matteo 27:46 - Salmo 22:1, in profezia). Questo è certamente il momento di maggior dolore per Cristo perchè si è fatto carico dei peccati dell'umanità ed un Dio santo non può avere comunione con il peccato. Ma Gesù porta con sè i nostri peccati, li inabissa sino alle profondità della morte e cancella la colpa; e la resurrezione ci dice che "giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Dio, per Gesù Cristo nostro Signore" (Romani 5:1). Anche noi possiamo attraversare momenti di profondo sconforto e solitudine e sentire il deserto tutt'intorno. In questi frangenti, non aspettiamo di sprofondare e andiamo a Cristo. La solitudine può anche essere una condizione per ricevere abbondanti benedizioni: "Riguardate ad Abrahamo ... io lo chiamai solo, e lo benedissi, e lo moltiplicai" (Isaia 51:2); "le isole mi aspetteranno, e spereranno nel mio braccio. Alzate gli occhi vostri al cielo ..." (Isaia 51:5-6). "Ma io starò alla veletta, riguradando al Signore; io aspetterò l'Iddio della mia salute; l'Iddio mio mi esaudirà" (Michea 7:7). 


