Tutti i colori del perdono
La profondità della Croce ci fornisce il numero dei colori del perdono: infinito. Per questo, Gesù può dire alla adultera: va, nemmeno io ti condanno (Giovanni 8:11); alla Maddalena: i tuoi peccati ti sono rimessi perchè hai amato tanto (Luca 7:47); ed al ladrone in croce: "oggi tu sarai con me in paradiso" (Luca 23:43). Profondità della Croce! immensità della grazia.
"Poi, venuta l'ora sesta, si fecero tenebre per tutta la terra, infino all'ora di nona. Ed all'ora di nona, Gesù gridò con gran voce, dicendo: Eloì, Eloì, lamà sabactanì? il che, interpretato, vuol dire: Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abbandonato? (...) E Gesù, gettato un gran grido, rendè lo spirito. E la cortina del tempio si fendè in due, da cima a fondo" (Marco 15:33-38).

Anche se ti sei perso, vicino a te c'è la Croce. Ancora prima della fondazione del mondo, Dio disse: facciamo la Croce, sia la Croce. Per questo, ogni nascita è già all'ombra della Croce, "poichè Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo, affinchè chiunque creda in Lui non perisca ma abbia la vita eterna" (Giovanni 3:16). Anche se ti sei perso, fermati ai piedi della Croce, ammetti i tuoi peccati, i tuoi errori, tutti i tuoi fallimenti, ravvediti e rinasci con Cristo. Abbraccia quella grazia che soltanto ai piedi della Croce puoi trovare. Ritorna a vivere in Cristo. Una nuova vita ed un nuovo viaggio sono possibili; soltanto perchè una Via è stata provveduta per quella Croce che è divenuta la Via, la Verità e la Vita (Giovanni 14:6).
"Perchè nessuna carne sarà giustificata dinanzi a lui per le opere della legge; poichè per la legge è data conoscenza del peccato. (...) Poichè tutti hanno peccato, e sono privi della gloria di Dio. Essendo gratuitamente giustificati per la grazia d'esso, per la redenzione ch'è in Cristo Gesù. Il quale Iddio ha innanzi ordinato come sacrificio propiziatorio col suo sangue, mediante la fede; per mostrare la sua giustizia, per la remissione dei peccati, che sono stati innanzi, nel tempo della pazienza di Dio. (...) Dov'è dunque il vanto? Egli è escluso. Per qual legge? Delle opere? No; anzi, per la legge della fede. Noi dunque concludiamo che l'uomo è giustificato per fede senza le opere della legge" (Romani 3:20; 4:23-28). "E se è per grazia, non è più per opere; altrimenti, grazia non è più grazia; ma, se è per opere, non è più grazia; altrimenti, opera non è più opera" (Romani 11:6). "Giustificati dunque per fede, abbiamo pace presso Iddio, per Gesù Cristo, nostro Signore" (Romani 5:1).
"Io alzo gli occhi a' monti, per vedere onde mi verrà aiuto. Il mio aiuto verrà dal Signore che ha fatto il cielo e la terra. Egli non permetterà che il tuo piè vacilli; il tuo Guardiano non sonnecchia. Ecco, il Guardiano d'Israele non sonnecchia, e non dorme. Il Signore è quel che ti guarda; il Signore è la tua ombra, egli è alla tua man destra. Di giorno il sole non ti ferirà, nè la luna di notte. Il Signore ti guarderà d'ogni male; Egli guarderà l'anima tua. Il Signore guarderà la tua uscita e la tua entrata, da ora, e fino in eterno".
La caduta del primo uomo segna l’ingresso della morte ed un suo legame indissolubile con il tempo della vita. La morte e la resurrezione di Cristo consegnano per fede quella Via della Verità che conduce alla Vita eterna. Nel mezzo, un uomo debole, un vaso fragile che seppure ripieno dell’Amore di Cristo, resta esposto alle intemperie ed agli assalti della natura. Nella debolezza e nelle sofferenze che possiamo attraversare, Dio rivela la Sua perfetta maestà. Uno dei mali peggiori di questo tempo è rappresentato dalle malattie mentali; difficili da inquadrare, difficili da curare e difficili da gestire. Sempre più spesso, le cronache ci riportano casi di suicidio ricollegati a malattie mentali che non solo coinvolgono il “malato” ma anche i familiari più stretti. Anche i cristiani possono essere “toccati” da queste patologie invalidanti. Forme più o meno profonde di scoraggiamento, apatia e quindi depressione si ritrovano anche nel Vecchio Testamento. Giobbe si esprime nella sua infermità dicendo: “in questo stato io non sono in me stesso” (9:35). “L’anima mia si annoia della mia vita … Io parlerò nell’amarezza dell’anima mia” (10:1). “Quando mi leverò? Quando sarà passata la notte?” (7:4). Ancora, il Re Davide si esprime dicendo: “Il mio cuore è angosciato dentro me. E spaventi mortali mi sono caduti addosso. Paura e tremito mi è sopraggiunto; e terrore mi ha coperto” (Salmo 55:4-5). Tutti siamo fragili e tutti siamo esposti. Non siamo contrari alla medicina ed ai farmaci ove necessari; anzi, possa Dio guidare quanti svolgono attività sanitarie. Ma il Signore è il Creatore dell’universo ed Egli è il Signore delle nostre vite. Qualunque cosa accada, foss’anche in un attimo residuo di lucidità, rivolgiamoci a Dio con fede e confidiamo in Lui. Come dice Davide: “Io ho cercato il Signore, ed Egli mi ha risposto” (Salmo 34:4) perché “il nostro aiuto è nel Nome del Signore, che ha fatto il cielo e la terra” (Salmo 124:8). Preghiamo per quanti stanno attraversando il deserto di queste malattie o altre e sono nell’angoscia e nella disperazione. Preghiamo per quanti non sono più nelle condizioni di pregare o non ne hanno più la forza. Il popolo di Dio è chiamato ad intercedere sempre. E Dio - che è buono e misericordioso – non mancherà di intervenire secondo la Sua volontà sovrana. Perché nessun luogo dell’anima è troppo profondo o lontano per essere raggiunto dalla carità di Dio: “se mi metto a giacere nel soggiorno dei morti, eccoti quivi” (Salmo 139:8). “Quand’anche attraversassi la valle dell’ombra della morte, male alcuno io non temerei, perché Tu sei con me” (Salmo 23:4). Perché Cristo è morto per noi e la Sua promessa è: “Io sono con voi in ogni tempo, sino alla fine del mondo” (Matteo, ultimo capitolo, ultimo verso). 


