Pentecostali nel mondo

Roma, Lunedì 15 Dicembre 2025 20:21

Non giudicate ma giudicate

giudicate di giusto giudizioC'è modo e modo di giudicare. Ogni uomo è "costruito" e "collocato" da continui giudizi di valore. Come cristiani siamo prima di ogni altra cosa chiamati ad amare come Cristo ma anche a discernere il bene dal male secondo la visione evangelica e detestare il peccato che Cristo detesta (Apocalisse 2:6).  Secondo la Parola di Dio, noi possiamo e dobbiamo giudicare ma "Non giudicate secondo l'apparenza, ma fate giusto giudizio" (Giovanni 7:24). Spesso, intere comunità evangeliche vengono giudicate perdute per colpa di qualche mela marcia. Ma il metro per pesare esiste: “Voi dunque li riconoscerete dai loro frutti” (Matteo 7:20). Gesù stesso ci fornisce la giusta chiave di giudizio perchè allora, come anche oggi, molti falsi credenti, discepoli, apostoli, profeti e altri si erano insinuati tra i fedeli. Anche tra gli stessi apostoli, vi erano persone "strane" come Giuda, Pietro, Tommaso. Il vero discepolo è servo di Cristo e vive per la gloria di Dio. Tutto il Vangelo è tagliato per la gloria di Dio e mai per la gloria o per gli interessi dell'uomo. Per questo la contrapposizione Creatore/creatura è netta ed ogni forma di venerazione o esaltazione verso l'uomo è idolatria grave perchè sottrae ciò che appartiene a Dio soltanto. Giovanni Battista, la "voce d'uno, che grida nel deserto", ci fornisce diversi esempi straordinari del "giusto giudizio": "Egli dunque diceva alle turbe, che uscivano per essere da lui battezzate: Progenie di vipere, chi vi ha mostrato a fuggir dall'ira a venire? Fate dunque frutti degni di ravvedimento; e non prendete a dir fra voi stessi: noi abbiamo Abrahamo per padre ... Or già è posta la scure alla radice degli alberi; ogni albero dunque che non fa buon frutto è tagliato, e gettato nel fuoco" (Luca 3:7-9). "E Giovanni aveva detto ad Erode: non ti è lecito di avere la moglie del tuo fratello" (Marco 6:18). Perchè un "giusto giudizio" non può che procedere dal Padre della giustizia che ministra e fornisce discernimento per la potenza dello Spirito Santo e per la gloria di Cristo. “Io conosco le opere tue, e la tua fatica, e la tua sofferenza, e che tu non puoi sopportare i malvagi; ed hai provati coloro che si dicono essere apostoli e nol sono; e li hai trovati mendaci" (Apoc. 2:2).

Amare Dio secondo il Vangelo di Cristo

amare Dio secondo il Vangelo di Cristo"... i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; poichè il Padre cerca tali adoratori. Dio è Spirito; e quelli che lo adorano, bisogna che l'adorino in spirito e verità" (Giovanni 4:23-24). "Adorerai il Signore Dio tuo e a Lui solo darai il culto" (Luca 4:8). La Parola di Dio è piena di questi riferimenti e la verità del Vangelo è unica perchè proviene dall'unico vero Dio creatore dell'universo. Per questo Gesù può affermare: "Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per me. Se voi mi aveste conosciuto, conoscereste anche il Padre" (Giovanni 14:6-7). Cristo ci ha lavati col suo sangue, giustificati e riconciliati al Padre. Da questo momento, l'adorazione diviene il punto centrale dell'Evangelo. La Via della riconciliazione, diventa la via della santificazione. Il fine di tutto, la gloria di Dio. Molte cose possono avere apparenza di bene ma non sono quelle a renderci santi. La santità è un rapporto intimo, vero, profondo con Dio; la santità è un luogo ai piedi della Croce. Appartati, separati per vivere con Gesù e confidare in Lui. Oggi è più che mai attuale la protesta di Paolo: "Io mi meraviglio che così presto, da Cristo che vi ha chiamati in grazia, voi siate trasportati ad un altro evangelo" (Galati 1:6). E in questi tempi, vediamo vangeli molto strani nascere e diffondersi anche nelle nostre chiese; vangeli che contrastano la Parola e ripiegati verso gli interessi e la vanagloria degli uomini. Allora capiamo anche le parole di Gesù: "Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno de' cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio, che è ne' cieli" (Matteo 7:21). Dio ci aiuti a recuperare e mantenere forte la Sua presenza nelle nostre vite e nelle nostre chiese, coltivando una sincera e profonda adorazione con ogni timore e riverenza verso Colui che per primo ci ha cercati e resuscitati alla Sua gloria (Efesini cap. 2).

La mia grazia ti basta

la mia grazia ti bastaA volte il cristiano, per la sua qualità di credente si aspetta l'immunità da prove, dolori e malattie. Questa idea è sbagliata in quanto contraria alla Parola di Dio. Anche se abbiamo accettato Cristo e viviamo per fede, restiamo pur sempre immersi nella nostra umanità e nelle nostre debolezze. Per questo, è un atto di presunzione e di arroganza presentarsi al mondo come "cristiani perfetti" o anche pretendere da noi stessi la perfezione. Cristo è il solo Maestro buono e perfetto. Il deserto, prima o poi arriva e va attraversato, come anche Gesù fece. Così come arriva, è altrettanto certo che passa. Ma nel deserto, le distrazioni vengono bruciate e Dio può ministrare, oltre la superficie, anche gli abissi del cuore. E' quella attività che fa la differenza tra un oggetto placcato e un oggetto in oro puro. In ogni cosa, cerchiamo Dio e la Sua gloria. Nella sua sofferenza, Paolo scriverà: "Per la qual cosa ho pregato tre volte il Signore ... Ma Egli mi ha detto: la mia grazia ti basta; perchè la mia virtù si adempie in debolezza ... Perciò, quando io sono debole, allora son forte" (2 Corinzi 12:8-10).

Tutto è compiuto. Adesso è grazia

Cristo è la mia parteL'Evangelo è pazzia per chi non crede (1 Corinzi 1:18). Ma per noi che camminiamo per fede è la Parola e la potenza di Dio. Siamo ormai abituati a vedere e vivere cose straordinarie; cose che a volte comprendiamo; cose che tante altre volte non capiamo ma cerchiamo di accettare per fede. Quando umanamente tutto sembra finito, fallito, disperso, allora per Dio tutto ha inizio. Perchè nelle parole, nei pensieri e nelle azioni umane, il filo conduttore è la malvagità e la vanagloria personale. Ma nell'opera eterna di Dio tutto è perfetto e alla Sua gloria. Nella schiavitù, Dio apre il mare verso la libertà. Nella morte del peccato, Dio pianta una Croce e la Via della Verità verso la Vita eterna rimane aperta nei secoli, assumendo il nome di grazia. Alla Croce, tutto sembra finito, con un Dio morente, insanguinato, ricoperto di sputi e disprezzo. E invece, "tutto è compiuto"; che la salvezza dell'umanità abbia inizio. Il Maestro è risorto e la cristianità avanza. Gli imperi, i regni, i re, i principi, i dittatori, i muri ... tutto crolla e si dissolve. Ma la cristianità, anche nelle persecuzioni, resta viva. Perchè la gloria e la vittoria appartengono a Cristo, al Leone di Giuda. E sopra questa pietra è edificata la Sua chiesa che "le porte dell'inferno non potranno vincere" (Matteo 16:18). A Dio tutta la gloria.

Nulla so del mio domani. Ma so che il mio Re è vivente ed Egli è la mia parte.

L'Apocalisse, la Rivelazione

Cristo trionfaL'Apocalisse ha parlato agli uomini del tempo e continua a parlare ancora oggi. Al di là delle fantasie ricamate su questo libro, l'Apocalisse esprime in modo conclusivo e definitivo la gloria e la vittoria finale di Cristo. Il senso profondo è che da sempre la storia è stata nelle Sue mani ed Egli ha il controllo totale su ogni accadimento. Adamo può cadere ma il piano della redenzione era già pronto prima. Il bambino che "ci è stato dato" può anche essere crocifisso ma è già risorto alla gloria del Padre, per giustificare molti. Perchè su Cristo è stata edificata "la mia chiesa e le porte dell'inferno non la potranno vincere" (Matteo 16:18). Allora, la malattia può venire, la sofferenza gridare, la depressione attaccare, la persecuzione avanzare, ma qualunque cosa accada, il Leone di Giuda ha tutto sotto controllo. I cristiani possono anche perdere la testa ma non perderanno la corona. Dunque, "chi ci separerà dall'amore di Cristo?" (Romani 8:35). "Anzi, in tutte queste cose noi siam di gran lunga vincitori per Colui che ci ha amati" (Romani 8:37).  A Dio la gloria.

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